Giuseppe Maria Berruti

L'intervento /La pazienza e le ragioni di una scelta

di Giuseppe Maria Berruti
4 Minuti di Lettura
Sabato 2 Settembre 2023, 00:00

Il richiamo del Presidente della Repubblica alla pazienza, come momento tipico della democrazia, appare in questo momento particolarmente utile. Governare i Paesi vuol dire, in democrazia, comprenderne le diversità e sulla base della legittimazione elettorale, scegliere le soluzioni. Per quanto esse provenendo dal governo debbono essere dotata della necessaria autoritatività, la democrazia impone che esse non vengano decise senza il necessario grado di consapevolezza sociale.

L’obiettivo del governo democratico non è solo quello di decidere nell’interesse della collettività, ma anche far comprendere a chi potrebbe non essere dello stesso avviso, che la soluzione scelta ha una sua intrinseca ragionevolezza. Le democrazie non possono rinunciare al momento dell’autorità. Altrimenti si fermano, e cedono il passo a tentativi autoritari. Dunque debbono usare la forza della legge, che tale resta, in modo il più possibile compreso. Il che non vuol dire di necessità condiviso. Ma compreso. Cosicché non appaia imposizione capricciosa.


La vera differenza fra i Paesi retti da costituzioni democratiche con i Paesi governati fuori da quel percorso è appunto nella necessità da parte del governante di farsi comprendere. Con l’obiettivo di raccogliere intorno alle proprie soluzioni la maggior condivisione possibile. Ma comunque, innanzitutto, di farsi comprendere.
Capita nei percorsi storici di ogni Paese di affrontare momenti nei quali le decisioni debbono essere dotate del maggior grado di effettività possibile. La democrazia deve funzionare altrimenti finisce. Ed il funzionamento della democrazia impone che le decisioni di governo oltre che comprensibili siano utilmente discutibili. Si discute ciò che si comprende. Si rifiuta ciò che non si comprende. La migliore decisione presa senza il rispetto della esigenza di comprensione pubblica rischia, per questo di non essere compresa ed accolta.


La democrazia perciò è un meccanismo di governo rappresentativo che impone la pazienza. C’è la capacità di ascoltare e di farsi ascoltare. La capacità di far in modo che ogni decisione venga nel miglior momento possibile, e sia pertanto intellegibile.
L’Italia oggi affronta in seno all’Europa un percorso difficile. La geografia la pone come primo approdo per chi proviene dall’Africa o dal Medio oriente. La civiltà giuridica alla quale essa appartiene non le consente di rifiutare l’accoglienza. Poi esistono altri problemi. Il funzionamento dell’Europa, il peso enorme per le comunità che debbono accogliere. La difficoltà stessa costituita dalla possibile concorrenza tra le esigenze dei soggetti accolti e quelle dei meno fortunati degli italiani. Questo è il grande problema politico di chi governa oggi l’Italia.

Allora la pazienza politica è fondamentale. Far comprendere le ragioni di una scelta che sempre, per definizione, individua gli interessi volta a volta da rendere più forti, da mettere in una concreta e non ideale lista delle cose da fare ma dentro graduatoria di necessità che fa i conti con la possibilità, è essenziale perché si conservi della democrazia il suo portato principale: la condivisibilità astratta della scelta.


La democrazia non è ricerca dell’unanimità. Al contrario. E’ consapevolezza delle diversità, è accettazione del dissenso. Anche nei confronti delle scelte di governo. Ma essa nel nostro sistema ben consapevole del disastro che lo precedette, è essenzialmente capacità da parte di chi governa di risolvere la necessità di farsi capire. L’irrazionalità antidemocratica molto spesso deriva dalla incapacità o dalla difficoltà di capire. Esistono peraltro gradi di conoscenza che non sempre sono diffusi quanto la grandezza dei problemi talvolta richiede. È difficile per chiunque, anche per gli specialisti, comprendere che le democrazie devono vivere con un certo grado di Inflazione, ovvero di naturale perdita di valore della moneta, ma tuttavia di dimensione tale da poter essere controllata. E dunque è evidente che la scelta dei metodi antinflattivi è di per sé opinabile, ed in concreto sempre discutibile, e sconta la impossibilità da parte di chiunque di determinare il futuro.

Il tema delle bollette del gas o della energia elettrica che dipende dal prezzo di talune materie prime, è difficile. Le scelte che in modo semplicistico si possono anche tentar di ridurre ad una mera richiesta di aiuto, debbono portare a decisioni il più possibile accettate e condivise, ma comunque il più possibile comprese. Il rischio di far concludere in modo semplicistico, per quanto comprensibile psicologicamente, che occorre imporre prezzi e costi individuali, in modo sganciato dalle realtà complessive che tutte insieme conducono al costo di una materia prima, significa rischio dell’uscita del Paese dalla modernità. Governare questa fase, questo tipo di problemi, significa, oggi, navigare dentro percorsi che per quanto non nuovi, sono comunque ogni volta che i problemi si presentano, diversi.

Non c’è dubbio che sia legittimo anche procedere per tentativi. A maggior ragione allora farsi comprendere è essenziale. Allora la pazienza del governante è lo strumento attraverso il quale qualunque tipo di decisione può essere, se non condivisa, accettata nella sua essenziale provvisorietà storica. Dobbiamo essere grati al Capo dello Stato per averci ricordato l’insegnamento degasperiano.

© RIPRODUZIONE RISERVATA