Gli esami non finiscono mai: la facile citazione riguarda il susseguirsi degli “esaminatori” dell’economia e della finanza pubblica italiane. Dopo Moody’s, si prospetta ora l’“opinion” della Commissione Ue sulla manovra di bilancio che sarà rilasciata domani. Per l’8 dicembre si prevede, poi, la possibilità che si concludano i confronti di queste settimane sulla riforma del Patto di stabilità per arrivare a una decisione. Va comunque prevenuto decisamente il rischio del ritorno in vigore del Patto sospeso.
E’ giusta la soddisfazione per il pronunciamento di Moody’s, anche se è buona regola non cullarsi sugli allori e avere sempre presenti le carenze della normativa regolatrice delle agenzie di rating, anche perché non si dica che se ne dimentica quando i giudizi sono positivi e le si ricorda quando questi sono sfavorevoli. I punti centrali della positiva valutazione dell’agenzia in questione, sia per il rating, sia per l’outlook, riguardano la sostenibilità, ad oggi, del debito, il ruolo che può e deve svolgere il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la solidità e redditività del settore bancario - un giudizio, quest’ultimo, storicamente pronunciato assai raramente - la diminuzione dei rischi legati alle forniture energetiche. La sfida che ora si profila è come conciliare la soddisfacente situazione finanziaria con il bisogno di crescere di più e, prima ancora, come prevenire il rischio, per restare nelle considerazioni di Moody’s, che il differenziale tra tassi di interesse e la stessa crescita metta in moto una dinamica avversa al debito. Incombe sempre il pericolo che l’allontanamento dallo scenario di base, relativo alla crescita, ai tassi di interesse e ai saldi di bilancio, porti il debito su di una traiettoria ascendente più pronunciata. Tutto ciò visto dall’angolatura di una società di rating. Ma esiste, con pari anzi superiore valore, anche ciò che riguarda più direttamente famiglie e imprese sia per il livello dei tassi di interesse, sia per gli effetti della crescita, per la produttività e per il lavoro.
Tutto si tiene. Il pericolo, che per la verità non molti paventavano di un abbassamento del rating o di un peggioramento della prospettiva che avrebbero avuto impatti a largo raggio, è stato comunque evitato, a conclusione dei pronunciamenti sostanzialmente favorevoli di quattro agenzie di rating. Ora, per riprendere la metafora scolastica, ci si attesta sulla sufficienza, ma bisogna fare di più, a cominciare dai progettati nuovi interventi, nell’ambito della manovra, su pensioni e sanità di cui ieri Il Messaggero ha scritto.
L’Italia, certo, non può isolarsi. Ma dalla sua ha fin qui l’esistenza contrapposta di un muro di gomma che non può essere ragionevolmente giustificato. La ricerca di convergenze non è facile, ma è necessaria. Il 22 sarebbe, poi, calendarizzata alla Camera la discussione sulla ratifica del Mes. Se si avvierà effettivamente la discussione, emergerà l’importanza di una grande capacità negoziatrice in sede europea, innanzitutto per evitare che, anzichè cogliere i possibili frutti di una adeguata strategia contrattuale, se ne subiscano i danni. Le premesse non sono negative. E’, però, sempre importante agire non solo “de damno vitando” - che già è tuttavia importante - ma anche per costruire nell’interesse generale. E a tal fine sarebbe opportuna un’ampia convergenza politica, economica e sociale a livello nazionale.
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