Angelo De Mattia
Angelo De Mattia

Governo cauto/ L’energia alle stelle e le mosse della Ue

di Angelo De Mattia
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Giovedì 12 Gennaio 2023, 00:04

Pur nella loro distinzione, esiste una correlazione tra diverse misure che in alcuni casi debbono essere adottate a livello europeo. È in primo piano il rincaro della benzina. Il governo ha deciso di non tagliare accise ed Iva e, tanto meno, di ricorrere a un nuovo scostamento di bilancio. Le iniziative promosse si concentrano su trasparenza e correttezza dei soggetti addetti alla distribuzione, con l’aggiunta di indagini su eventuali speculazioni che, però, per poterle configurare come tali devono palesarsi come frodi, peraltro non facili da accertare visto che implicano indagini nella lunga catena di approvvigionamenti. Eppure non sarebbe difficile introdurre misure strutturali che inibiscano sul nascere fenomeni speculativi. Naturalmente, occorrono risorse adeguate.

Imboccata la linea del rigore con nessuna variazione di bilancio, una prima iniziativa potrebbe essere di stampo comunitario: la ponderata revisione, d’intesa con la Commissione Ue, di alcuni aspetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza con l’impiego parziale di una quota delle risorse finora non utilizzate del Next Generation Eu, oggi stimate in oltre 100 miliardi. Ma si potrebbe anche puntare all’impiego, nel campo dell’energia, di una parte dei fondi di coesione comunitari inutilizzati o infine di una quota di risorse del Repower Eu. Tutto ciò, naturalmente, richiede la ricerca di una convergenza con i partner europei, non facile ma certo da tentare.
Con la legge di Bilancio non si è dato certo un segnale di lassismo. Ora bisognerebbe chiudere il caso Mes e promuovere la ratifica del Trattato da parte delle Camere. Ciò consentirebbe a quei Paesi che vogliano eventualmente ricorrere al Meccanismo di poterlo fare. E per l’Italia, data la posizione della maggioranza, la ratifica potrebbe essere accompagnata da una risoluzione che impegni l’esecutivo a non fruire dei prestiti del Mes, ma ad assumere un’iniziativa riformatrice dello stesso avendo presenti le diverse proposte in campo, a cominciare dall’acquisizione di un ruolo di Agenzia per il debito (che ha molti “pro”, ma pure alcuni “contra”).

Incombe altresì la necessità di altre scelte, quali la riforma del Patto di stabilità e crescita, per la quale la proposta della Commissione Ue sarà da rivedere, essendo rischiosa la discrezionalità ampia che viene ad essa attribuita; nonché la revisione della normativa sugli aiuti di Stato che mira a fronteggiare la concorrenza nell’Unione da parte degli effetti delle misure straordinarie di sostegno adottate per le imprese americane dall’amministrazione Biden. 

Paradossalmente, per l’Italia che ha quasi sempre visto come troppo stringenti le norme sugli aiuti di Stato, oggi si profila il rischio che le deroghe o le revisioni finiscano con l’agevolare il partner più forte, vale a dire la Germania, finendo con il danneggiare le imprese italiane. Per ultimo, ma non per importanza, devono ancora essere attuate le innovazioni decise dall’Unione per il prezzo del gas. Rompendo gli indugi sul Mes e dispiegando una tenace iniziativa sui “collegamenti” accennati, si possono far valere i comportamenti improntati al calibrato rigore finora osservato e l’eccezionalità, non rimossa, della situazione. Certo, incombe la decisione sui tassi della Bce del prossimo 2 febbraio, mentre al vertice si accentua la cacofonia di dichiarazioni favorevoli all’accentuazione della restrizione e la prospettazione di allentamenti. Si deve sperare che alla fine non prevalgano soluzioni squilibrate; in sostanza, che il doveroso contrasto dell’inflazione, non inferisca un colpo durissimo a imprese e famiglie. Tutto sta nei modi, nei tempi e nel bilanciamento di opposte esigenze, insomma nell’arte del banchiere finora non adeguatamente dimostrata.

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