Cecchet (Generali Italia): «Siamo partner di vita per i clienti ma anche per i nostri dipendenti»

Dal welfare al wellbeing, lo scopo è offrire servizi a 360 gradi perché le persone stiano bene

Maurizia Cecchet, country chief hr & organization officer di Generali Italia
di Mario Baroni
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Venerdì 28 Aprile 2023, 06:00 - Ultimo aggiornamento: 19 Maggio, 15:29

Dal dipendente alla persona: il percorso non è banale, è quello che il welfare aziendale ha sempre provato a tracciare, ma che dopo il Covid sembra avere accelerato. «Dopo il Covid c’è stata una profonda rivisitazione del tema del welfare cercando di renderlo molto più vicino alle esigenze delle persone. Di qui la volontà delle aziende di proporre un’offerta molto variegata dei servizi di welfare sia per il singolo dipendente che per la famiglia» spiega Maurizia Cecchet, country chief hr & organization officer di Generali Italia. Considerazione che vale come Hr che guarda alle proprie risorse umane, ma vale anche come manager di un Gruppo che eroga servizi di welfare aziendali a molte aziende clienti.

Come sta cambiando il welfare aziendale da quando la pandemia è stata archiviata? Nel tempo sono subentrate molte altre crisi “globali”. Dopo la salute sembra ripreso l’uso di benefit “ludici” come viaggi e palestre?

«Noi guardiamo al welfare per i nostri dipendenti in senso olistico, come parte di un sistema, famiglia, società. Credo che la trasformazione non sia stata tanto tra il ludico e il medico ma proprio nel considerare le nostre persone in senso più ampio avendo un’offerta che vada a toccare loro e i nuclei in cui si inseriscono. C’è voglia e bisogno di nuova energia. I lavoratori della nostra azienda, e di quelle che si rivolgono a noi per erogare prestazioni di welfare aziendale, puntano a un benessere complessivo, fatto di salute fisica, ma anche mentale. Stare bene aiuta la persona a 360 gradi dentro e fuori dal lavoro».

Dal vostro punto di osservazione registrate un’evoluzione dal concetto di welfare a quello di wellbeing?

«Noi parliamo di welfare integrato e di servizi innovativi semplici da fruire per dare più valore alle famiglie, ai lavoratori e alle imprese che garantiscono soluzioni a 360° che vanno dal wellbeing, alla salute ai flexible benefit.

Noi abbiamo costituito Welion che è la società del Gruppo Generali che fornisce un accesso privilegiato a una rete di eccellenza tra le strutture sanitarie private, ai dipendenti del gruppo, ma anche a tutti i dipendenti di Pmi per le quali svolge una funzione di provider. Questa esperienza ci consente uno sguardo largo. Dal punto di vista della nostra strategia l’espressione “partner di vita”, vale sia per i nostri clienti, sia per i nostri dipendenti. Vuol dire proporre stili di vita sani e sostenibili, prevenzione medico-sanitaria e nuova energia attraverso i benefit».

Che cosa c’è di più nel wellbeing, che non c’è nella parola welfare?

«Il welfare non è solo questione di “stare bene” in azienda. L’adozione di politiche di welfare in favore dei dipendenti aumenta la capacità dell’azienda di attrarre talenti e fidelizzare le risorse, contribuendo, nel contempo, ad aumentare la produttività. Il welfare aziendale, in questo orizzonte di wellbeing è un fattore competitivo irrinunciabile. Il mondo del lavoro, oggi, si trova ad affrontare un contesto sfidante in cui il welfare è destinato sempre più a indirizzarne le traiettorie di sviluppo. Se la salute è diventata la priorità degli italiani, l’esigenza di aziende sempre più inclusive sta caratterizzando le dinamiche del recruiting dei millennials e della Gen Z».

La risorsa umana al centro…

«Il “fattore-persona” incide sempre di più. Dopo la pandemia, il contesto e le sfide HR sono cambiate profondamente, in tutti gli ambiti ed anche nel mondo assicurativo. La sfida principale è quella del benessere, dell’energia fisica e mentale dei dipendenti: vogliamo accompagnarli nel loro percorso di vita sia lavorativa che personale».

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