Canone Rai, «riforma allo studio»: dalla bolletta nel cellulare ai redditi cosa cambia. Giorgetti: varie ipotesi

Parla il ministro dell'Economia: tutte le novità in arrivo

Canone Rai, «riforma allo studio»: dalla bolletta nel cellulare ai redditi. Giorgetti: varie ipotesi
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Giovedì 27 Luglio 2023, 11:23 - Ultimo aggiornamento: 16:04

Canone Rai, cosa succede? In base al consuntivo 2022 e nell'assestamento 2023 le risorse del canone Rai ammontano complessivamente a circa 1,85 miliardi. Lo ha detto il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in audizione in Vigilanza. Le risorse da canone, ha ricordato, «sono destinate pressoché integralmente alla Rai, ad eccezione di una quota di 110 milioni annui assegnata al Fondo per il pluralismo e l'innovazione dell'informazione».

Canone Rai, cosa cambia

 

«Accanto alle risorse derivanti dal canone, al finanziamento del costo integrale del servizio - ha ricordato Giorgetti - concorrono anche i ricavi commerciali da pubblicità, che sono imputati a tale finalità scomputando dal totale delle risorse pubblicitarie raccolte quelle che si ipotizza avrebbe raccolto un operatore privato.

Dall'analisi del budget 2023 tali entrate hanno mostrato una leggera flessione (da 640 a 622 milioni di euro).

C'è una «pluralità di ipotesi di riforma del canone Rai allo studio», ricordando di aver «convocato uno specifico tavolo presso il Mef». «In un'ottica di breve periodo - ha spiegato Giorgetti - l'ipotesi potrebbe essere scorporare dal pagamento del canone una quota relativa agli investimenti sostenuti dalla Rai, a sostegno per esempio della capacità trasmissiva»: attualmente si tratta di «circa 300 milioni annui che verrebbero posti a carico della fiscalità generale, riducendo il canone di abbonamento». Nelle ipotesi di revisione del canone «oggettivamente dobbiamo fare una riflessione rispetto ad un universo nuovo» legato alle nuove tecnologie e al «tipo diverso di base imponibile al quale ci riferiamo tenendo conto dell'equità, delle famiglie e degli anziani». E c'è l'ipotesi della bolletta direttamente nel cellulare. 

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«Merita attenzione» l'indebitamento della Rai, che dal 2021 al 2022 è aumentato «da 500 a 550 milioni». ha proseguito Giorgetti, che ha richiamato anche il tema esternalizzazioni: «Se uno guarda la voce costi esterni, non dico che c'è da rimanere perplessi, ma certo è un'area dove si possono conseguire più facilmente razionalizzazioni», ha sottolineato, rispondendo alle domande dei componenti della bicamerale. «Merita attenzione» l'indebitamento della Rai, che dal 2021 al 2022 è aumentato «da 500 a 550 milioni». Lo ha detto in commissione di Vigilanza il ministro dell'Economia, Giancarlo Giorgetti, che ha richiamato anche il tema esternalizzazioni: «Se uno guarda la voce costi esterni, non dico che c'è da rimanere perplessi, ma certo è un'area dove si possono conseguire più facilmente razionalizzazioni», ha sottolineato, rispondendo alle domande dei componenti della bicamerale.

VIGILANZA

Sulle ipotesi di riforma del canone Rai di cui ha parlato il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti in audizione in Vigilanza, «ci tengo a ribadire che qualsiasi sia l'orizzonte verso il quale si deciderà di procedere per il canone, devono essere garantite sempre e comunque risorse adeguate», per rendere il servizio pubblico «competitivo rispetto alla concorrenza» e soprattutto «capace di affrontare le sfide del prossimo futuro contando su una stabilità finanziaria pluriennale». Lo sottolinea la presidente della bicamerale, Barbara Floridia, chiedendo un dialogo costante tra commissione e Mef. «L'audizione di stamattina del ministro Giorgetti - afferma Floridia - ha confermato la necessità di valorizzare il servizio pubblico e di garantire un orizzonte di investimenti e di rafforzamento dell'azienda, smentendo ogni ipotesi di destrutturazione della Rai attraverso una cancellazione immediata del canone o forme di disinvestimento pubblico paventate da alcune forze politiche. Sulle diverse ipotesi di finanziamento di cui ha parlato Giorgetti nel medio periodo, ci tengo a ribadire che qualsiasi sia l'orizzonte verso il quale si deciderà di procedere per il canone, devono essere garantite sempre e comunque risorse adeguate. Abbiamo il dovere non solo di rendere il servizio pubblico competitivo rispetto alla concorrenza, ma soprattutto renderlo capace di affrontare le sfide del prossimo futuro contando su una stabilità finanziaria pluriennale. Il canone ha sin qui garantito questa prospettiva, qualsiasi forma diversa di finanziamento deve offrire le stesse se non maggiori garanzie. Chiederò al ministro - conclude la presidente della commissione di Vigilanza - di informare costantemente la commissione di vigilanza sui lavori e sugli orientamenti del tavolo che lui stesso ha convocato presso il Mef».

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