Licenziamenti Coop, i sindacati:
senza cigs nessun accordo

Nella foto d'archivio lavoratori Coop che protestano per le chiusure
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Lunedì 21 Gennaio 2019, 16:20
Ancora nessun accordo sul fururo dei 135 dipendenti Unicoop Tirreno che lavorano nei punti vendita che la società vuole dismettere o ridimensionare. Il piano in particolare prevede la chiusura dei negozi del sud del Lazio di Pomezia-via Cavour, Velletri, Frosinone e Aprilia e il ridimensionamento di quelli  di Colleferro, Pomezia-via del Mare e Genzano.  Durante l'ultimo incontro i vertici della cooperativa  hanno ribadito ai sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs la proposta presentata nei giorni scorsi al tavolo aperto Mise nell'ambito della procedura di licenziamento collettivo, ovvero incentivi ai trasferimenti e all'esodo volontario pari a 7.500 euro netti per chi si renderà disponibile a trasferirsi presso la rete commerciale toscana e 35mila euro lordi per le lavoratrici e i lavoratori che accetteranno la risoluzione del rapporto di lavoro.
Per le eventuali posizioni in esubero Unicoop Tirreno opererebbe trasferimenti coatti presso i punti vendita della rete Toscana. Proposte 
«non condivisibili» hanno replicato i  sindacati. Sia «la quantità di chiusure, che i tempi di attuazione del piano, escluderebbe il ricorso alla cigs» hanno spiegato.
 Per il segretario nazionale della Fisascat Cisl, Vincenzo Dell'Orefice, il ricorso alla cassa integrazione straordinaria è «necessario e urgente  al fine di poter disporre di un congruo numero di mesi per gestire la riorganizzazione della rete commerciale del Lazio e per consentire ai lavoratori che non dovessero optare sia per l'accettazione della risoluzione dei rapporti di lavoro che per il trasferimento economicamente assistito in Toscana di uno strumento utilmente finalizzato alla ricollocazione».
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