Superbonus, bonus facciate e sisma: un groviglio di aliquote (tutte diverse) da rifare

Rappresentano oltre una dozzina gli incentivi legati alla casa in scadenza tra il 2024 e il 2025

Superbonus, bonus facciate e sisma: un groviglio di aliquote (tutte diverse) da rifare
di Roberta Amoruso e Michele Di Branco
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Lunedì 10 Luglio 2023, 07:32 - Ultimo aggiornamento: 09:50

Dal Superbonus all'Ecobonus, dal Bonus facciate al Bonus ristrutturazioni, fino al Sismabonus, passando per il Bonus elettrodomestici e il Bonus per le barriere architettoniche, sono almeno una dozzina gli incentivi attualmente in vigore legati alla riqualificazione del patrimonio immobiliare o all'efficientamento energetico. Un groviglio di aliquote tutte diverse, spesso variabili a seconda del tipo di intervento, detraibili nella Dichiarazione dei redditi per lo più in 10 anni, ma a volte anche in cinque anni, come per il bonus verde, o in 4 anni come nel caso del Superbonus, con tanto di eccezioni e requisiti snocciolati in una montagna di norme. Un mondo troppo frammentato in cui mettere ordine, dice chiaramente lo stesso ministero dell'Ambiente e della sicurezza energetica nella redigere il Pniec, il Piano nazionale per l'energia e il clima in via di definizione, con l'obiettivo di massimizzare il rapporto tra costi e benefici per lo Stato. In altre parole per lasciarsi completamente alle spalle anche l'esperienza Superbonus, costata allo Stato almeno 90 miliardi finora contro il 41 preventivati, a fronte di 400mila edifici riqualificati tra Super ecobonus e Super sismabonus.

La dimensione della riforma a cui pensa ora il governo dipenderà dalle risorse disponibili, ma è opinione condivisa nell'esecutivo che sia arrivato il momento di stringere tempi. La nuova e sfidante direttiva europea sulle case green, ancora non definitiva, impone una corsa obbligata nei prossimi dieci anni nella riqualificazione del patrimonio immobiliare: gli edifici residenziali dovranno raggiungere almeno la classe di prestazione energetica "E" entro il 2030 e "D" entro il 2033. Senza contare gli obiettivi, anche questi obbligati e sfidanti, sul taglio delle emissioni al 2030.

 

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Ma vediamo quali sono gli incentivi attualmente in vigore, con tanto di scadenza.
Già alla fine del 2022, con la legge di Bilancio il governo Meloni ha fortemente depotenziando il Superbonus, introdotto quattro anni fa dal primo esecutivo Conte. Dal 1 gennaio, il 110% generalizzato è dunque andato in pensione. E così per i condomini la detrazione è scesa al 90% a meno che l'assemblea non abbia deliberato i lavori entro il 18 novembre 2022 e la Cilas non sia stata presentata entro il 31 dicembre, oppure abbia deliberato dal 19 al 24 novembre 2022 ma presentando la Cilas entro il 25 novembre. Per le case unifamiliari (le cosiddette villette) nelle quali al 30 settembre 2022 siano stati effettuati lavori per almeno il 30% dell'intervento complessivo, varrà ancora il 110% fino al 31 marzo 2023. Mentre al di là dell'avanzamento dei lavori, le villette rigorosamente prima casa il cui proprietario abbia un "reddito di riferimento" non superiore a 15 mila euro potranno invece usufruire del bonus al 90% fino al 31 dicembre 2023. Più in generale il nuovo sistema di aliquote decrescenti del Superbonus sarà in vigore fino al 2025. Fino al 2024 resta invece il Bonus ristrutturazioni che offre un incentivo a chi esegue lavori su un edificio abitativo. Dà diritto a una detrazione fiscale del 50% delle spese sostenute fino al 2024, fino a un massimo di 96 mila euro. Anche l'Ecobonus fa parte di quelle agevolazioni fiscali con scadenza prevista per la fine dell'anno prossimo. In concreto si tratta di una detrazione dal 50% al 65%, a seconda dei lavori, per gli interventi di efficienza energetica che non sono coperti dal Superbonus. Il Sismabonus, anch'esso prorogato fino al 31 dicembre 2024, si rivolge invece agli interventi di miglioramento sismico degli edifici nelle zone a rischio 1, 2 e 3. Consiste in una detrazione fiscale variabile, a seconda del tipo di immobile e delle classi di rischio sismico che vengono migliorate. La detrazione fiscale può andare da un minimo del 50% a un massimo dell'85%. Fino al 2025 vive invece il Bonus barriere architettoniche, che consiste nella detrazione fiscale del 75% sulle spese per gli interventi di abbattimento delle barriere architettoniche. Situazione più articolata per quanto riguarda il Bonus facciate. La detrazione è stata cancellata, a meno che al 31 dicembre 2022 non sia stato effettuato almeno il 30 per cento dei lavori.

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