Vannia Gava: «Acceleriamo su rigassificatori e trivelle. In legge di Bilancio rimodulazione dei bonus casa con più incentivi ai redditi bassi»

La viceministra dell'Ambiente spiega a Il Messaggero qual è il piano del governo per aumentare la produzione di gas nazionale e migliorare l'efficientamento energetico delle case.

L'attuale viceministra all'Ambiente Vannia Gava a un evento di Confindustria
di Giacomo Andreoli
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Mercoledì 5 Luglio 2023, 21:47 - Ultimo aggiornamento: 21:50

«Dobbiamo guardare all'oggi con un occhio che va al futuro: acceleriamo sulle rinnovabili, ma sì a eventuali nuovi rigassificatori, assieme allo sblocco delle trivelle. Rimodulazione dei bonus casa? Possiamo farlo in legge di Bilancio, aiutando di più chi ha un reddito medio-basso». La viceministra dell'Ambiente, Vannia Gava, spiega così a Il Messaggero qual è la strategia del governo su energia, transizione green e ristrutturazione delle case.

La numero due del Mase ed esponente della Lega interviene sulle polemiche scatenate dall'opposizione dopo la presentazione del Pniec. Si tratta di quel Piano Energia e Clima che guarda al 2030 e che è ritenuto da alcuni ambientalisti un passo indietro nella tutela dell'ambiente e un presunto favore alle compagnie dell'oil&gas.

La ricetta rivendicata dalla viceministra è quella del «pragmatismo», per «obiettivi concreti raggiungibili, contro le ideologie», smentendo che nel Piano l'esecutivo si sia "piegato" alla direttiva europea sulle case green.

Viceministra, avete presentato un Piano per il clima che è stato criticato dal centro-sinistra e da alcuni ambientalisti per mancanza di coraggio. C'è chi lo ritiene addirittura un passo indietro nella lotta al cambiamento climatico. Come rispondete?

«Il Pniec è un documento che si base su fatti concreti, senza ideologie inapplicabili e dannose. Vogliamo lavorare sulla transizione ecologica, ma con obiettivi raggiungibili. In questo senso ci riteniamo assolutamente soddisfatti del lavoro che stiamo portando avanti. Nel Piano ci sono obiettivi sfidanti per aiutare davvero l'ambiente e il pianeta, conciliando la tutela della natura con la sostenibilità industriale e sociale. Le critiche dell'opposizione hanno quindi poco senso».

Nel Piano avete scritto che può essere valutata l'installazione di nuovi rigassificatori. Quando e dove?

«Come abbiamo individuato quelli di Ravenna e Piombino, che aveva già un'infrastruttura pronta, potremmo individuarne di nuovi. Tutto verrà deciso a tempo debito, considerando anche questioni tecniche. Sicuramente dobbiamo guardare al presente, con un occhio che va al futuro. Il metano attualmente ci può aiutare nella transizione, per questo vogliamo valorizzare anche il gas nazionale. Contemporaneamente abbiamo fatto una diversificazione delle fonti di approvvigionamento, aumentando il gas che arriva tramite tubi e pipeline». 

A proposito di questo: a novembre scorso avete varato un decreto per aumentare la produzione di gas nazionale, ma al momento le trivellazioni nell'Adriatico sono ferme per approfondimenti sul presunto rischio di sprofondamento del terreno. Da inizio 2023 l’attività di estrazione nel Paese è scesa invece di salire, anche se Eni aumenterà la sua produzione in Sicilia entro il 2025. Si rischia di non arrivare ai 15 miliardi di metri cubi sfruttabili nell'arco di 10 anni, come invece auspicava il ministro Pichetto?

«Nell'Adriatico come nel resto del Paese è giusto che ci sia una condivisione, le operazioni di trivellazione devono essere fatte in sicurezza e salvaguardando l'ambiente: è stato affidato uno studio con le università e stiamo attendendo. In ogni caso lavoriamo per accelerare, attuando il provvedimento dello scorso autunno. L'idea di fondo è: se c'è gas nazionale che possiamo utilizzare, facciamolo. Il numero di cui parlava il ministro Pichetto è una stima che rimane assolutamente possibile e valida. Abbiamo poi già discusso il potenziamento della Tap l'anno scorso all'Energy Forum in Azerbaijan e lo stiamo facendo anche in ambito europeo. Il gas che arriva tramite la Tap può finire in Nord Europa e quindi vogliamo valorizzare quella pipeline. Siamo un Paese di grandi trasformatori, abbiamo bisogno di energia e in questo momento abbiamo il dovere di mettere in sicurezza anche l'economia del Paese».

Avete annunciato un nuovo decreto sulle aree idonee per le rinnovabili, quando arriverà?

«Nelle prossime settimane, dopo un lavoro preparatorio che va avanti da mesi. Se possibile puntiamo a portarlo a casa entro la pausa estiva delle Camere. Sulle rinnovabili vogliamo far molto e lo dimostra anche un altro decreto su cui attendiamo l'ok di Bruxelles: quello sulle comunità energetiche, una vera e propria rivoluzione ecologica per il nostro Paese».

Quanto ai vari bonus sulla casa nel Piano avete scritto che bisogna puntare sull'efficientamento degli immobili "in linea con gli obiettivi proposti con la direttiva europea" sulle cosiddette case green. Non volevate cambiarla per evitare il paradosso di ristrutturazioni di massa senza fondi comuni?

«Noi continuiamo a lavorare affinché la direttiva sia cambiata. La formula del Pniec è solo prudenziale e si basa sullo stato dell'arte. Pensiamo come governo che mettere degli obiettivi così ambiziosi senza mettere dei fondi per attuarli non abbia senso. Abbiamo sempre avuto l'idea di aumentare e migliorare l'efficientamento energetico in Italia. Sappiamo che abbiamo un patrimonio immobiliare risalente agli anni '70 e '80 dove le tecnologie erano differenti. Oggi dobbiamo efficientare e per farlo servono strumenti e incentivi, che però devono prevedere delle partecipazioni da parte dei privati. Sappiamo che dobbiamo adeguare gli edifici e possiamo farlo anche lavorando molto su quelli pubblici. Vogliamo lavorare con gradualità».

Parlate poi di una rimodulazione degli attuali incentivi con aiuti maggiori per i redditi medio-bassi: quando arriverà?

«Sì, soprattutto per chi ha redditi bassi ci vogliono aiuti e una sorta di accompagnamento graduale all'efficientamento energetico. Vogliamo rimodulare gli incentivi, aiutando per lo più loro. Possiamo iniziare a farlo assolutamente questo autunno con la prossima legge di Bilancio».

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