Sconti in bolletta, arrivano gli incentivi per l'eolico e il solare: ecco come funzionano

Il ministro Pichetto pronto a riconoscere agevolazioni agli enti locali che autorizzano. Quote di energia andranno a chi taglia la burocrazia L’obiettivo è liberare gli oltre 1.300 impianti in attesa. In prima linea Sicilia, Puglia e Sardegna.. Entro 10 giorni la mappa delle “aree idonee”

Pannelli solari
di Roberta Amoruso
4 Minuti di Lettura
Martedì 20 Giugno 2023, 19:22

Chi più autorizza, più partecipa ai risparmi sulla nuova energia da fonte rinnovabile prodotta, con tanto di sconti in bolletta per cittadini e imprese locali. È questo, secondo quanto risulta al Messaggero, il grimaldello che ha in mente il governo, e in prima linea il ministro Gilberto Pichetto Fratin, per smontare definitivamente l’ultimo collo di bottiglia, presso gli uffici di Regioni, Province e Comuni, che incontrano pale eoliche e pannelli fotovoltaici prima di arrivare all’allaccio dell’impianto. Perché non basta dare una spinta alle autorizzazioni presso la Commissione Via-Vas e Pnrr-Pniec del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, se poi l’iter si blocca presso i territori come successo agli oltre 1.300 progetti in coda, il 74% distribuito tra Puglia, Basilicata, Sicilia, Campania e Sardegna.

Tra i pannelli gli ulivi e l'allevamento di api, ecco il primo impianto agrivoltaico della Tuscia

Le richieste di connessione alla rete elettrica nazionale di impianti a fonti rinnovabili hanno superato i 340 Gigawatt, secondo i dati di Terna, Ma finisce che le Via nazionali, quando arrivano, ci mettono anche anni, a trasformarsi in autorizzazioni regionali creando un vero corto circuito.

E nemmeno si può continuare a liberare i progetti a suon di “poteri sostitutivi” come fatto finora dal governo per superare anche il dissenso tra il Mase e Ministero della cultura. Si tratta di uno strumento di emergenza, ha i suoi limiti. Invece al settore serve una macchina autorizzativa che vada al massimo da sola, se vuole centrare gli sfidanti obiettivi dettati dall’Europa.

La leva dello Sblocca-Regioni individuata dal ministero, sembra la via obbligata insieme al Piano delle “aree idonee” che sarà approvato entro 10 giorni, una mappa delle aree in un cui poter installare con pratiche da sbrigare in un giorno con autorizzazione Via automatica. In Italia possono passare fino a 7 anni, tra autorizzazioni e ricorsi, prima che un impianto rinnovabile entri in produzione. In Germania e Francia bastano 12 mesi. È a questo traguardo che punta il governo.

LE TAPPE

Il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica Pichetto Fratin è dunque pronto a far riconoscere una quota di nuova energia rinnovabile a sconto ai territori che autorizzeranno a tempo di record i progetti tagliando fino a due anni di burocrazia. Mentre ad oggi è riconosciuta una sorta di compensazione pari al 3% solo per i Comuni. Il ministro ha già inserito la trattativa con i territori per arrivare a un accordo su questo fronte tra le priorità dei prossimi giorni, insieme al tanto atteso Piano delle “aree idonee” alle fonti rinnovabili, atteso da oltre un anno, che arriverà con tanto di decreto entro fine mese.

Una svolta che andrà di pari passo con l’approvazione della proposta di revisione del Pniec, il Piano Nazionale Integrato Energia e Clima, che sempre entro giugno entrerà nella fase di dibattito. Un piano che dovrebbe alzare l’asticella degli obiettivi attuali al 2030 dai 70 Gigawatt di nuove rinnovabili installate a quota 80-85, in linea con i nuovi target imposti dal RepowerEu. Vuol dire dover installare fino a 14 Gigawatt in più all’anno. Un’enormità se si pensa ai 4,5 Gigawatt installati nel 2022 secondo le stime dell’Osservatorio R.E.GIONS2030, un progetto di Elemens Public Affairs Advisors. Se il trend degli ultimi 15 mesi si manterrà inalterato, dicono gli esperti, nei prossimi 5 anni si autorizzeranno solo 25 GW.

GLI OBIETTIVI

Eppure la rivoluzione è possibile per il Mase se dopo il decreti semplificazioni si trova in fretta un accordo su un pacchetto di incentivi sblocca- Regioni, Province e Comuni. «Si dovrebbe arrivare a 85 Gigawatt, ma sono convinto che, rispetto alle domande che ci sono oggi, potremmo arrivare a oltre al 2030-32», ha annunciato di recente Pichetto Fratin. «Si potrà arrivare ad autorizzare 12-13-14 Gigawatt l’anno di capacità rinnovabile dall’attuale impegno ad autorizzare 7-8 gw. È un obiettivo raggiungibile secondo gli indicatori», ha concluso il ministro. Ma dove si trovano le maggiori potenzialità tra le Regioni italiane? La Sicilia di Renato Schifani, che ad aprile aveva minacciato di bloccare le autorizzazioni in mancanza di un riconoscimento alla Regione di una quota dell’energia prodotta, ha ancora molto da esprimere. Svimez stima 8,8 miliardi potenziali di investimenti green.

Secondo l’Osservatorio R.E.GIONS2030 è la Regione più attrattiva nel solare e anche quella che nei primi mesi del 2023 rappresenta l’85% dell’autorizzato nazionale. Il Lazio è risultata a lungo la seconda Regione per autorizzato e ha anche superato al Tar le opposizioni delle Sovrintendenze locali. Ma il governatore non ha nascosto la preoccupazione per la concentrazione di progetti, particolarmente nella Tuscia. La Puglia è con la Sicilia, è la Regione più attrattiva per gli investitori del solare nonostante il bassissimo livello di autorizzazioni degli ultimi 5 anni (200 MW). Anche la Basilicata arranca sul solare. Mentre la Sardegna è considerata la terra promessa del fotovoltaico industriale (36% dei progetti autorizzati in Italia).

© RIPRODUZIONE RISERVATA