E la non profit Carbon Disclosure Project premia Mundys con il rating più alto

Riconosciuta la leadership in materia di trasparenza e lotta al climate change

E la non profit Carbon Disclosure Project premia Mundys con il rating più alto
di Francesco Bisozzi
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Giovedì 8 Febbraio 2024, 08:20

La sostenibilità occupa un posto sempre più centrale nelle strategie di gruppo di Mundys, che a febbraio ha raggiunto il massimo livello di rating di Carbon Disclosure Project ed è stato inserito nella cosiddetta “A list”, un club esclusivo che ospita solo 300 aziende sulle oltre 21mila valutate a livello globale. L’organizzazione non profit Carbon Disclosure Project – che ha premiato la leadership di Mundys in materia di trasparenza, strategia sul fronte della lotta al cambiamento climatico e gestione dei rischi connessi – è il punto di riferimento internazionale per le performance ambientali. Nel 2023 circa 750 istituzioni finanziarie, con un patrimonio di oltre 136mila miliardi di dollari, hanno chiesto alle aziende di divulgare, attraverso questa piattaforma, i dati sugli impatti ambientali. Mundys, come annunciato un anno fa dal vice presidente del gruppo, e presidente di Edizione (azionista di Mundys con Blackstone), Alessandro Benetton, punta a diventare leader nel campo delle infrastrutture e della mobilità sostenibile e integrata entro il 2028. E i nuovi riconoscimenti espressi dai rating Esg a livello mondiale indicano che la strada intrapresa dal gruppo guidato dall’amministratore delegato Andrea Mangoni, e presieduto da Giampiero Massolo, è quella giusta.

GLI ESEMPI

L’upgrade espresso da Carbon Disclosure Project si somma ad altri risultati positivi ottenuti da Mundys nel corso dell’ultimo anno per le azioni che ha messo in campo sul fronte ESG. Qualche esempio: MSCI ESG ratings ha giudicato il gruppo come “AA-industry leader”, mentre Moody’s ESG ha assegnato a Mundys il rating “Advanced”, il migliore che si può ottenere. Nell’ISS-Quality Score la società ha mantenuto poi il livello più alto su tutti gli aspetti ESG. Sustainalytics, infine, ha espresso il massimo livello della scala, pari a “Negligible risk”. Tutti questi risultati confermano gli avanzamenti realizzati in questi anni da Mundys sul fronte della sostenibilità industriale, sociale e ambientale. Mundys è stata tra le prime società in Italia a istituire un Climate Action Plan per promuovere la transizione energetica e la decarbonizzazione delle attività economiche lungo tutta la catena del valore in ambito aeroportuale, autostradale e dei servizi di mobilità, ponendosi obiettivi chiari e concreti. Obiettivi che vanno dall’azzeramento delle emissioni nette dirette (Scope 1 & 2) entro il 2040, alla collaborazione con tutti i player coinvolti nella catena del valore, a monte e a valle, per la riduzione delle emissioni indirette (Scope 3) del 22% per chilometro percorso sulle autostrade, in relazione ai materiali per la manutenzione e il funzionamento delle infrastrutture.

I TARGET

Previsto inoltre l’abbattimento del 50% delle emissioni sotto il controllo diretto delle società in cui Mundys detiene una partecipazione di minoranza. Infine, almeno il 60% delle compagnie aeree che operano negli scali aeroportuali del Gruppo verranno coinvolte affinché si impegnino a definire target di decarbonizzazione in linea con la scienza come quelli certificati la scorsa estate a Mundys da Science Based Target initiative. SBTi – partnership formata da Carbon Disclosure Project, Global Compact delle Nazioni Unite, WRI (World Resources Institute) e WWF – ha considerato gli obiettivi per l’abbattimento delle emissioni dirette (Scope 1 e 2) di Mundys adeguati per mantenere il riscaldamento globale entro una traiettoria di 1,5°C. Si tratta del target più ambizioso previsto dal protocollo SBTi e adottato oggi da pochi gruppi attivi nel settore autostradale e aeroportuale.

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