Il presidente dell'Inps, Pasquale Tridico, ieri ha trasmetto alla Ragioneria i dati con i risparmi per il 2019 (2,5 miliardi di euro) e quelli per il 2020. Altre risorse arriveranno dal calo della spesa per gli interessi se lo spread si manterrà ai livelli attuali. Ma al netto di queste voci, il governo dovrà trovare altri 15 miliardi di euro da tagli di spesa, revisione delle agevolazioni fiscali e lotta all'evasione. Nel frattempo al Tesoro i neo vice ministri e sottosegretari, hanno iniziato ad esaminare i dossier sulle misure concrete lasciati in eredità dal precedente governo. Ieri il vice ministro Antonio Misiani ha rilanciato il progetto di una tassa unica per Imu e Tasi. Un prelievo, ha spiegato il vice ministro, che ha raggiunto «livelli di complicazione paradossale». Per Confedilizia il problema però, non è solo la complicazione, ma anche il peso. Le tasse sulla casa, insomma, vanno ridotte.
IL PUNTO DI PARTENZA
Le ipotesi sul tavolo sono diverse. Il punto di partenza è il disegno di legge Gusmeroli, già discusso alla Camera dei deputati e che prevede l'accorpamento di Imu e Tasi in una sola tassa con una contestuale riduzione del prelievo tramite un sistema di deduzioni. L'alternativa sarebbe quella di limitare la manovrabilità delle aliquote da parte dei Comuni. Oggi il sistema è decisamente complesso. L'Imu sugli altri immobili (le prime case sono esenti) ha un'aliquota base dello 7,6 per mille. I Comuni possono aumentarla fino al 10,6 per mille. La Tasi ha un'aliquota massima del 2,5 per mille. Ma la somma tra Imu e Tasi non puù comunque superare il 10,6 per mille. È consentito uno sforamento temporaneo fino all'11,4 per mille. Un ginepraio. Sul quale, come ha spiegato Misiani, l'intenzione è quella di «semplificare, razionalizzare e sfoltire».
Sempre durante il precedente governo, la Lega aveva proposto la cancellazione secca della Tasi. Un'operazione che sarebbe costata 1,1 miliardi di euro su un totale di 20 miliardi. Il vice ministro, che ieri ha parlato davanti ad una platea di piccoli imprenditori della Cna, ha aperto anche ad un'anticipazione della deducibilità totale dell'Imu sui capannoni industriali che con le regole attuali, entrerebbe in vigore solo nel 2023. Le risorse potrebbero arrivare da uno stop all'aumento della soglia a 100 mila euro della flat tax per le partite Iva. Intanto oggi i sindacati incontreranno il premier Giuseppe Conte per fare il punto proprio sulla manovra. Cgil, Cisl e Uil torneranno con la piattaforma già presentata all'esecutivo precedente ma aggiornata con il taglio del cuneo.
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