Una frenata vistosa: a giugno l’indice nazionale dei prezzi al consumo non è aumentato rispetto al mese precedente e ha fatto invece segnare un incremento del 6,4 per cento rispetto allo stesso mese del 2022. Siccome a maggio la variazione annua era stata del 7,6 per cento, il rallentamento c’è. I dati definitivi diffusi ieri dall’Istat confermano la stima preliminare ma danno alcune indicazioni in più su cosa sta succedendo in queste settimane. La tendenza al raffreddamento non è solo del nostro Paese, ma è condivisa dagli Stati Uniti e da altre economie europee e sta spingendo gli analisti ad interrogarsi sulle prossime mosse delle banche centrali, al momento impegnate a proseguire la strategia dei rialzi. Intanto però c’è un altro fattore che è al centro dell’attenzione: il mancato rinnovo dell’intesa tra Russia e Ucraina, che finora ha permesso di salvare le esportazioni di grano dalle zone del conflitto, potrebbe presto creare nuova tensione sui mercati alimentari e poi di conseguenza sui prezzi al consumo. Non va dimenticato che l’invasione dell’Ucraina ha già influito nei mesi scorsi, in modo molto pesante, prima sui prezzi energetici globali e poi su quelli alimentari.
L’INDICATORE
E la decelerazione dell’inflazione a giugno si deve proprio ai beni energetici regolamentati (come le tariffe di elettricità e gas) e in misura minore ai beni alimentari lavorati.
I dati sono stati commentati con favore dal ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso: «È la conferma che siano sulla strada giusta - ha osservato Urso - in questa settimana prosegue l’azione di monitoraggio su prodotti e servizi con gli incontri programmati dal Garante dei prezzi per stroncare ogni fenomeno distorsivo». La conclusione è un invito a «non mollare la presa».
LA RIUNIONE
Il ministro dell’Economia Giorgetti si è invece soffermato in particolare sull’atteggiamento della banca centrale europea, ribadendo una posizione che aveva già avuto modo di esprimere in passato. «Sulle politiche monetarie - ha rimarcato intervenendo all’incontro di ministri e governatori del G20, in corso in India - riteniamo si debba procedere con un approccio bilanciato e prudente di fronte a una crescita dell’economia globale che registra una tendenza al ribasso, conseguenza del conflitto in Ucraina e degli effetti del persistere dell’inflazione».
La prossima riunione della Bce con la politica monetaria all’ordine del giorno è in calendario tra dieci giorni, il 27 luglio. L’attesa generale è per un nuovo rialzo di un quarto di punto dei tassi di riferimento.