Contratti a termine: al via il contributo addizionale per i rinnovi

Giovani lavoratori
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Sabato 7 Settembre 2019, 17:30
Le imprese che rinnovano un contratto a termine dovranno versare all'Inps un contributo addizionale rispetto all'1,4% della retribuzione imponibile ai fini previdenziali già previsto dalla riforma Fornero del 2012 dello 0,5% per ogni rinnovo del contratto. I versamenti partiranno da settembre con il pagamento degli arretrati dall'entrata in vigore della norma del Decreto dignità (14 luglio 2018). Lo precisa una circolare Inps che chiarisce le norme del Decreto dignità su questo tema. La nuova disciplina sui rinnovi e le proroghe trova applicazione solo dopo il 31 ottobre 2018 ma «la decorrenza di applicazione dell'incremento del contributo addizionale Naspi nei casi di rinnovo del contratto di lavoro subordinato a tempo determinato - si legge - rimane fissata al 14 luglio 2018».
Quindi per ogni contratto rinnovato (e non per le proroghe) è previsto un aumento di 0,5 punti percentuali del contributo addizionale dell'1,4%. In pratica con il primo contratto a termine si pagherà un contributo addizionale dell'1,4%, con il primo rinnovo il contributo salirà all'1,9% per poi salire al 2,4% con il secondo rinnovo e al 2,9% con il terzo rinnovo. Si considerano solo i rinnovi intervenuti a partire dal 14 luglio 2018. Il versamento dei contributi per i periodo tra il 14 luglio 2018 e agosto 2019 - precisa l'Inps - andrà inserito nel flusso di competenza di settembre.
Queste disposizioni non si applicano al lavoro domestico ai rapporti di lavoro agricolo e ai rinnovi di contratti a termine istaurati dalle pubbliche amministrazioni. È esclusa la maggiorazione anche per i rinnovi di contratti di lavoratori adibiti ad attività di insegnamento e ricerca anche nelle università private e negli enti privati di ricerca.
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