Bonomi ha parlato anche del tema del salario minimo sottolineando che non riguarda l'industria, dove le retribuzioni sono stabilite dai contratti collettivi. "Il criterio per definire un lavoro 'degno' non è solo quello monetario – ha affermato –, nel nostro Paese in troppi settori l'offerta di lavoro continua a essere caratterizzata da infime retribuzioni. Questo, desidero ripeterlo, non riguarda in alcun modo l'industria. Quelli non siamo noi. Ecco perché il tema dell'intervento per legge sul salario minimo non ci tocca. Ad essersi opposti sono altri settori, sui quali bisognerebbe invece avere il coraggio di intervenire". Il leader degli industriali ha aggiunto che "al di sopra della soglia del salario minimo vi sarebbe poi il Tem, la retribuzione minima fissata dai contratti vigenti, perché la estesa contrattazione italiana è una virtù riconosciuta anche dall'Europa e non va azzerata fissando per legge il trattamento economico complessivo (Tec), che va lasciato ai contratti".
"La soglia di lavoro 'degno' va innestata nella riforma dei sussidi alla povertà e, quindi, nel reddito di cittadinanza. Deve, cioè, rappresentare la soglia minima di lavoro la cui proposta non può essere rifiutata dai percettori del sussidio in grado di lavorare", ha dichiarato il presidente di Confindustria. Secondo Bonomi serve "lavoro, non sussidi che lo scoraggiano. Lasciatemi ricordare che, a tre anni dall'avvio, sul reddito di cittadinanza più di un beneficiario su due non ha ancora firmato il patto per il lavoro. La legge prevede che il patto sia sottoscritto entro un mese dal riconoscimento del sussidio".
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