Gioco d'azzardo, a gara cento concessioni per le scommesse on line. «Un miliardo per la legge di Bilancio»

Ogni licenza per la raccolta delle giocate sul web potrebbe costare tra gli 8 e i 10 milioni

Gioco d'azzardo, a gara cento concessioni per le scommesse on line. «Un miliardo per la legge di Bilancio»
di Andrea Bassi
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Martedì 22 Agosto 2023, 06:17 - Ultimo aggiornamento: 23 Agosto, 08:54

La caccia alle coperture della prossima legge di Bilancio passa anche (ma non è una novità) per il settore dei giochi. Solo che a differenza del passato, questa volta c'è da tenere conto che la delega fiscale approvata ad agosto, prevede un "riordino" del settore. Il governo deve trovare il modo di introdurre una "regola" nazionale sulle distanze dai luoghi sensibili e gli orari di apertura delle sale scommesse e delle sale slot. Le concessioni dei punti "fisici" di gioco sono ormai in prorogatio da anni proprio perché se fossero messe a gara nessuno potrebbe partecipare. Con le nuove concessioni entrerebbero in vigore anche le regole fissate dalle Regioni che, di fatto, espellono il gioco dalle città. Si tratta di un rebus che non ha ancora trovato una soluzione. Quello che invece partirà sicuramente, è la gara per l'assegnazione delle licenze per la raccolta on line delle scommesse. Anche qui la gara è attesa da tempo. Nel 2019 fu deciso di mettere all'asta 40 concessioni, ma il meccanismo si è poi inceppato. Adesso invece l'asticella dei diritti potrebbe essere alzata.

Le concessioni da assegnare dovrebbero arrivare a un centinaio, e chi vorrà partecipare al bando dovrà pagare una somma che potrebbe oscillare tra gli 8 e i 10 milioni di euro a licenza.

In questo modo lo Stato punta di incassare tra gli 800 milioni e il miliardo di euro. Somme che, come detto, potrebbero essere messe a copertura della prossima manovra di Bilancio. Con un effetto tra l'altro, abbastanza curioso. Il riordino dei giochi, e dunque le gare, fanno parte della delega fiscale. In genere è la manovra di Bilancio a finanziare i decreti attuativi delle riforme del Fisco In questo caso avverrebbe il contrario, sarebbe la delega a finanziare la manovra.

Tredicesima detassata già nel 2023, il piano del governo. ​Mini-taglio dell’Irpef nel 2024

Ma il capitolo giochi, come detto, è stato per anni uno dei principali polmoni finanziari dai quali i vari governi hanno attinto per trovare le risorse necessarie per le misure da inserire nelle leggi di Bilancio. E questo perché si tratta di un settore che continua, nonostante i continui aumenti di tasse, a rimanere "ricco", che raccoglie oltre 100 miliardi di euro l'anno.

IL PASSAGGIO

Ma quest'anno, proprio perché sul settore pende il progetto di riordino, è difficile che si possa mettere mano a variazioni nella tassazione dei concessionari. Così come appare in salita anche un possibile aumento della tassa sulle vincite che in Italia ha già raggiunto un livello alto rispetto agli altri Paesi europei (è del 20 per cento per le vincite sopra i 500 euro).

Cosa resta allora? Una possibile strada potrebbe essere l'anticipo della gara del gioco del Lotto. La concessione di IgTech scadrà nel 2025, ma la gara potrebbe essere bandita già per il prossimo anno mettendo a copertura sul 2024 parte dell'eventuale incasso. L'ultima volta la concessione del Lotto ha fruttato allo Stato 700 milioni, ma questa volta la base d'asta potrebbe essere anche più elevata. In alternativa potrebbe essere anche decisa una proroga a pagamento della concessione. Ma, per adesso, si tratta soltanto di ipotesi. La delega fiscale potrebbe poi trovare altre coperture al suo interno da destinare al taglio delle tasse. Il termine tecnico è «retroazione fiscale». Usare cioè l'aumento del gettito determinato dal taglio delle tasse e da altre misure contenute nella delega, per finanziare il taglio stesso. Negli anni scorsi la Ragioneria generale dello Stato aveva aperto all'utilizzo di questo meccanismo, utilizzato per esempio per stimare gli effetti di alcune misure del Pnrr. Ma bisognerà vedere quali sono i reali spazi di utilizzo di questa soluzione.

Di certo qualcosa a bilancio si potrà mettere grazie alla cooperative compliance, ossia gli accordi con il Fisco delle grandi imprese, e anche dal concordato preventivo biennale. Ma è ancora presto per poter fare i conti. Per adesso l'unica certezza è che il governo si deve preparare ad affrontare una manovra di almeno 25-30 miliardi di euro, avendone già a disposizione soltanto una decina, tassa sulle banche compresa. L'altro capitolo al quale si metterà mano è quello della spending review. Una capitolo che, quasi certamente, interesserà anche la rivalutazione delle pensioni. Non tutte recupereranno l'inflazione per intero.

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