Non è solo una questione di rendimento. Nella gara tra i Btp emessi dal Tesoro e i i Buoni fruttiferi delle Poste pesa anche la propensione al rischio dei risparmiatori. Il Buono Fruttifero Postale, infatti, rende meno ma il vantaggio di rimborsabilità sempre pari al valore nominale. In pratica non ci si espone ad alcun rischio. Il Btp rende di più ma solo se lo si porta a scadenza. Se lo si vende prima, non è possibile rimborsarlo al nominale poiché si vende al prezzo di mercato che può essere anche inferiore a quanto è stato pagato. Se però il prezzo di mercato è superiore a quello di vendita, si può fare anche un’interessante plusvalenza. In definitiva il Btp è più adatto a chi ha una maggiore tolleranza al rischio.
GLI ULTIMI BUONI POSTALI
L’ultimo nato di casa Poste è il buono postale per i risparmi dei minorenni.
Risparmio postale, rendimenti fino al 6% con buoni per i minori
COME FUNZIONA
L’importo da sottoscrivere può essere anche esiguo, partendo da un minimo di 50 euro. Il possessore del buono postale può contare sulla tassazione agevolata del 12,50% e, inoltre, gli stessi buoni sono esenti da imposta di successione. L’importo massimo sottoscrivibile, da parte di un unico soggetto nella stessa giornata lavorativa, presso uno o più uffici postali e/o mediante sottoscrizione telematica, è pari a 1 milione di euro. I Buoni Fruttiferi Postali sono emessi dalla Cassa Depositi e Prestiti, garantiti dallo Stato, e collocati in esclusiva da Poste Italiane. Garantiscono sempre la restituzione del capitale investito e il titolare può chiedere in ogni momento il rimborso del capitale più gli eventuali interessi maturati. Non è previsto nemmeno nessun costo per la sottoscrizione e il rimborso, salvo gli oneri fiscali.
GLI ULTIMI BTP DEL TESORO
La terza emissione del Btp Valore chiusa il primo marzo scorso è stata un record, con oltre 18,3 miliardi raccolti e più di 1,37 miliardi nell’ultimo giorno. Nel dettaglio, il Tesoro ha confermato i tassi minimi garantiti al 3,25% per i primi tre anni, per poi salire al 4% dal quarto anno. Il Btp Valore di cui si è chiuso il collocamento ha una scadenza al 2030, ossia 6 anni rispetto alle precedenti emissioni, a 4 e a 5 anni. Le cedole saranno pagate ogni tre mesi con rendimenti prefissati e crescenti nel tempo sulla base del meccanismo già sperimentato di “step up”. Questa volta è 3+3 anni dal 3+2 di ottobre scorso. Per chi manterrà il titolo in portafoglio per tutti e sei gli anni sarà garantito un premio finale dello 0,7%, contro lo 0,5% dello scorso autunno. Cedole trimestrali e premio di fedeltà garantiscono ai compratori un flusso continuo di interessi nel corso della vita del titolo.