Durante la riunione di politica monetaria del 23-24 ottobre scorso, l'ultima presieduta dal presidente uscente Mario Draghi, il messaggio lanciato dai banchieri è stato un forte richiamo all'unità del board, dopo le critiche avanzate al pacchetto di settembre fatto di nuove politiche espansive. "I componenti del Consiglio - si legge nel documento - generalmente hanno condiviso le prospettive sull'attività economica" illustrate da Philip Lane, l'esponente irlandese del Comitato esecutivo che svolge anche le funzioni di economista capo.
Non vi è dunque riscontro di divisioni all'interno del direttivo bensì "c'è stato un ampio consenso" - recitano le minute - sul fatto che "la politica monetaria debba restare fortemente espansiva" per un protratto periodo di tempo, a fronte della "persistente debolezza dell'economia e degli sviluppi sottotono dell'inflazione".
"Guardando avanti, è stato fatto un forte richiamo all'unità del Consiglio direttivo. Mentre è stato sottolineato che se discussioni franche e aperte sono assolutamente necessarie e legittime, è stato ritenuto importante creare un consenso e unire il Consiglio sullo scopo di perseguire l'obiettivo di inflazione". In estrema sintesi i verbali tolgono ogni dubbio su nuove tracce di dissenso e la rassicurazione che Draghi non lascerà in eredità al suo successore Christine Lagarde un board diviso.
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