Bar e ristoranti, salgono i consumi. Più occupati stabili

Bar e ristoranti, salgono i consumi. Più occupati stabili
di Giacomo Andreoli
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Giovedì 11 Aprile 2024, 22:05 - Ultimo aggiornamento: 12 Aprile, 07:00

Dopo la ripresa delle vendite al dettaglio certificata l’altro ieri dall’Istat, arriva una boccata d’ossigeno per bar e ristoranti. Nonostante la denunciata carenza di personale (tra il 40-50% delle attività parlano di difficoltà ad assumere), secondo il Rapporto Ristorazione 2024 di Confcommercio-Fipe, il settore ora vale 54 miliardi. Si tratta del 3,9% in più del 2019, l’anno subito prima del Covid. Per quest’anno, poi, la Federazione italiana pubblici esercizi prevede un’ulteriore crescita tra il 4% e il 5%. La componente prezzo continuerà a pesare, con l’inflazione in gran parte scaricata sui costi finali di listino, anche se meno che in passato. Sempre rispetto ai livelli pre-pandemici, poi, la spesa delle famiglie è salita da 86 a 92 miliardi (1.528 euro pro-capite), arrivando al 32% dei consumi alimentari. Questo a fronte di prezzi saliti in un anno del: 6,2% nelle pizzerie, 5,3% nei ristoranti, 4,6% nei bar e 0,6% nelle mense. E crescono anche gli occupati: a dicembre 2023 erano più di 1,4 milioni tra dipendenti, liberi professionisti e stagionali, in crescita del 2,3% rispetto al 2019. All’interno ci sono 626.503 occupati a tempo indeterminato, l’1,8% in più rispetto a cinque anni fa. Tra lo scorso febbraio e questo mese, poi, Fipe stima circa 170mila nuove assunzioni, che si sommeranno ad altre 270mila entro giugno (di cui circa il 50% al Centro-Sud). Tra le figure professionali più ricercate si confermano i camerieri. Seguono i cuochi e i baristi.

Numeri, questi, supportati dagli investimenti, che quest’anno supereranno i 4 miliardi, di cui 576 milioni in digitalizzazione.

GIOVANI E DONNE
A dicembre 2023, però, le imprese della ristorazione erano 331.888, in leggero calo rispetto all’anno precedente (-1,2%).

Tra i singoli punti vendita, poi, diminuiscono i bar (175.449, il 2,1% in meno del 2022). Aumentano tuttavia i ristoranti (265.311, l’1% in più in un anno) e gli altri servizi, come mense e catering (12.277, in salita dell’8,3%). Oltre diecimila imprese, comunque, hanno avviato l’attività lo scorso anno (+6,5% sul 2022) e nello stesso periodo un imprenditore su due ha investito nel rinnovo delle attrezzature e nei nuovi strumenti digitali.

Il 28,9% delle imprese è gestito da donne, con una più alta incidenza nel canale bar (33,1% del totale). Le imprese guidate da under 35 sono invece il 12,9% del totale, per lo più nel segmento ristoranti (60,3%), mentre le attività in mano a imprenditori stranieri superano quota 50mila (circa il 14% del totale).

«Il 2023 - secondo Lino Enrico Stoppani, presidente di Fipe-Confcommercio - è stato un buon anno per la ristorazione e per il 2024 le aspettative restano prudentemente positive. I consumi, l’occupazione e il valore aggiunto sono sensibilmente cresciuti». I sindacati, Fisascat Cisl, Filcams Cgil e Uiltucs Uil, chiedono però di rinnovare i contratti del turismo, scaduti tra il 2018 e il 2020, assicurando i necessari aumenti di stipendio ai lavoratori, travolti dall’inflazione. Inoltre, per reperire il personale necessario, invitano ad offrire salari adeguati, a maggior ragione se si chiede flessibilità e turni extra di notte e nei giorni festivi.

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