Il disegno di legge del governo Meloni prevede che dal 1° gennaio 2023 la soglia massima di utilizzo del contante nelle transazioni, attualmente pari a 2000 euro, venga innalzata dal livello previsto per allora dalla legislazione vigente pari a 1000 euro a 5000 euro. Inoltre, introduce un limite pari a 60 euro al di sotto del quale non si applicherebbero le sanzioni per gli esercenti che non accettano mezzi di pagamento elettronici.
"Rispetto al 2016 la percentuale di transazioni operate con il contante è diminuita in Italia, anche per effetto della pandemia, rimanendo comunque al di sopra della media Europea - ha detto Balassone - Come già ricordato in passato, i limiti all'uso del contante, pur non fornendo un impedimento assoluto alla realizzazione di condotte illecite, rappresentano un ostacolo per diverse forme di criminalità e di evasione".
In particolare, negli ultimi anni sono emersi studi (anche condotti dalla stessa Bankitalia) "che suggeriscono che soglie più alte favoriscano l'economia sommersa. Inoltre, "c'è evidenza che l'uso dei pagamenti elettronici, permettendo il tracciamento delle transazioni, ridurrebbe l'evasione fiscale".
Balassone ha anche ricordato che la definizione di efficaci sanzioni amministrative in caso di rifiuto dei fornitori dei fornitori privati di accettare pagamenti elettronici "era inclusa tra i traguardi del Piano Nazionale di ripresa e resilienza relativi al primo semestre di quest'anno".
Con riferimento agli oneri legati alle transazioni effettuate mediante strumenti di pagamento elettronici, secondo il funzionario di Bankitalia "è opportuno ricordare che anche il contante ha costi legati alla sicurezza, come quelli connessi con furti, trasporto valori e assicurazione".
"Nostre stime relative al 2016 indicano che per gli esercenti il costo del contante, in percentuale dell'importo della transazione, è superiore a quello delle carte di debito e di credito", ha aggiunto.
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