Affermazioni che il ministro e vice premier Luigi Di Maio, con un tweet, smentisce categoricamente. "A Taranto abbiamo abolito l'immunità penale che aveva introdotto il Pd. Proteggeva chi gestiva quello stabilimento anche in caso di responsabilità da morti sul lavoro o disastri ambientali. Oggi qualcuno ha detto che l'immunità tornerà. È falso", scrive Di Maio. "Non vi è allo studio un provvedimento per ripristinare l'immunità. Come più volte ribadito si vuole intervenire esclusivamente sull'attuazione del piano ambientale nel più breve tempo possibile. Non esisterà mai più alcuno scudo penale per morti sul lavoro e disastri ambientali. Ogni altra dichiarazione non corrisponde al vero", chiariscono fonti del Mise.
Alla luce della smentita sul ripristino dell'immunità, ArcelorMittal, in una nota, chiede "la necessaria tutela giuridica per poter continuare ad attuare il proprio piano ambientale e resta fiduciosa che si troverà una soluzione".
Dopo l'annuncio, lo scorso aprile, da parte di Di Maio, della soppressione dell'immunità, introdotta da una legge del 2015 e cancellata dall'articolo 46 del decreto legge Crescita a partire dal prossimo 6 settembre, i vertici di ArcelorMittal avevano assicurato che se l'immunità fosse saltata avrebbero lasciato lo stabilimento di Taranto a partire dall'entrata in vigore del nuovo disposto. Nella questione si sono schierati con la multinazionale anche Federmeccanica, Confindustria e sindacati metalmeccanici secondo i quali AncelorMittal aveva di fatto ereditato l'immunità insieme all'azienda e non si possono cambiare le regole in corso d'opera.
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