I nuovi re del food potrebbero diventare loro, i produttori di fertilizzanti a base di potassio e azoto, materie prime a basso costo, ma anche chi sforna fertilizzanti alternativi, come i rivestimenti per semi, o erbicidi.
È un altro degli effetti con i quali deve fare i conti un’economia mondiale senza Russia, il maggiore esportatore al mondo di fertilizzanti, e a caccia di efficienza anche nell’agricoltura. Ma tra i “promossi” della rivoluzione in corso che beneficeranno dell’aumento dei prezzi nel settore alimentare ci sono anche i produttori di pesce, una forma alternativa di proteine alla carne. Inoltre, le industrie di olio di palma e chi lavora il grano, dicono gli esperti di Credit Suisse.
POTASSIO E AZOTO
In prima linea ci sono i produttori di potassio, non colpiti dai costi stellari del gas. Operano in un mercato molto concentrato, raccolgono i frutti del minor potassio in arrivo da Mosca e Minsk, e sono anche aziende a buon mercato in Borsa. Poi ci sono i produttori di azoto: soprattutto quelli a basso costo sono destinati a guadagnare quote di mercato. È il caso di OCI NV, sede in Nord Africa e buon accesso al solare, oppure dell’americana CF Industries.
IL BUSINESS DEI CAMPI
Tra i produttori di pesce riflettori puntati su Mowi, SalMar, Tassal Group e Nomad, specializzato in surgelati. Ma con Russia e Ucraina fuori dai giochi anche come principali produttori di semi e olio di girasole, torna di moda l’olio di palma prodotto da gruppi come Sime Darby Plantations e Genting Plantations. Mentre tra chi tratta i cereali, Credit Suisse punta su Bunge, ADM, o sui REIT per terreni agricoli di Farmland Partners e Gladstone Land, fondi di investimento immobiliari orientati all’agricoltura. Attenzione, invece ai colossi alimentari europei: non possono trasferire prezzi più elevati senza favorire i discount.
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