Vegas, Consob: «Sugli arbitrati serve coordinamento»

Vegas, Consob: «Sugli arbitrati serve coordinamento»
di Osvaldo De Paolini
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Martedì 22 Dicembre 2015, 08:25
Sollecitato a spiegare come pensa di utilizzare nella vicenda Banca Etruria la Camera arbitrale dell’Anac, ieri Raffaele Cantone ha precisato che basterà una legge ad hoc che affidi all’authority anche gli arbitrati bancari accanto a quelli sugli appalti. Un passaggio all’apparenza ordinario, ma che in ambienti Consob e della Banca d’Italia ha suscitato più di una perplessità.
Per scrivere la nuova norma sarà infatti necessario studiare con grande perizia il Testo unico della finanza e la Legge sulla vigilanza bancaria perché il rischio di doppioni, capaci di creare anche imbarazzi istituzionali, è alto. Per non parlare dell’incrocio con la Direttiva Mifid a tutela del risparmio, recepita in Italia nella prospettiva di un mercato unico europeo. «Naturalmente noi siamo pronti a collaborare con l’Anac - osserva Giuseppe Vegas, presidente della Consob - ma non sarà facile rimuovere le sovrapposizioni che fatalmente si creeranno se la nuova norma non combacerà alla perfezione con le leggi vigenti». Esempio banale: se nel corso delle indagini sulla vendita dei bond subordinati Consob giungesse alla conclusione che i comportamenti esaminati sono da sanzione, non è detto che alla stessa conclusione giungano gli arbitri di Cantone, delegati essenzialmente a ristorare gli investitori danneggiati. Che accadrà a quel punto? Si domanda ancora Vegas: «E se invece il comportamento non fosse sanzionabile secondo Consob ma sanzionabile secondo la Camera arbitrale dell’Anac?». 

GLI INCROCI
Come si vede la questione non è di poco conto. Per non parlare della Vigilanza di Bankitalia: poiché è assai probabile che si trovi a indagare sui soggetti che finiranno nel mirino dell’Anac, il tema sul quale possono verificarsi imbarazzanti incroci sono le sottoscrizioni dei bond su finanziamento della banca, un fatto frequente agli sportelli dei quattro istituti salvati, soprattutto nel caso di Banca Etruria. Anche qui, come si può intuire la sovrapposizione non è di poco conto. Per questo, secondo Vegas, sarebbe necessaria una consultazione reciproca e allargata, da attuarsi in tempi brevissimi. «Del resto - aggiunge - con la Banca d’Italia negli ultimi tempi abbiamo fortemente ampliato lo scambio di informazioni, un patrimonio che ora diverrà più prezioso». 

LA VICENDA
Insomma, il coordinamento invocato dal governatore Ignazio Visco e ieri suggerito implicitamente dal Presidente della Repubblica trova pienamente d’accordo Vegas, che in proposito ha già allertato tutti gli uffici della sua Commissione. Ma se per ipotesi nell’attività d’indagine dell’Anac emergesse che Consob o Via nazionale non hanno fatto fino in fondo il loro dovere? «Se qualcuno ha sbagliato pagherà, non sono il primo a dirlo né sarò l’ultimo. Purché non ci vengano contestate bufale come gli scenari probabilistici vietati da Bruxelles, sottolineo vietati, o non si dia spazio a ricostruzioni non veritiere come quella sul bond etruria 2013 sulla cui pericolosità la Consob avrebbe taciuto». 

A proposito, come è andata davvero quella vicenda? «Abbiamo diffuso una nota nella quale precisiamo in modo millimetrico i fatti - prosegue il presidente della Consob - Non è una nota lunga, basta leggerla». In breve, secondo Vegas, che accetta di sintetizzare per il Messaggero la nota, tutte le informazioni di vigilanza su Banca Etruria in quei giorni a disposizione della Consob - compreso l’obbligo per l’istituto aretino di convocare a breve un cda per affrontare lo stato disastroso dei conti - sono confluite in un comunicato che l’istituto è stato obbligato a diffondere sul mercato poche ore dopo che la Banca d’Italia aveva informato la Commissione. Inoltre, nel dicembre 2013 Consob non ha autorizzato alcun prospetto informativo su prodotti finanziari emessi da Banca Etruria. «Semplicemente, in piena coerenza con la legge, Consob è intervenuta, dopo l’informativa di Bankitalia, affinché la banca integrasse con un supplemento il prospetto dell’aprile 2013 su un’offerta di bond subordinati terminata a ottobre». L’intervento di Consob venne però chiesto quando ormai erano mesi che il titolo non era più in vendita: serviva solo a consentire che l’investitore potesse chiedere la revoca dell’ordine di acquisto e quindi farsi rimborsare dall’istituto.

IL RUOLO DELLA UE
E qui sorge un’obiezione: dal momento che la pubblicazione di un supplemento del prospetto fa scattare la clausola di revoca che vale solo per due giorni, non sarebbe il caso di allungare i tempi onde tutti gli investitori possano esercitare tale diritto? «Parliamone con Bruxelles - risponde piccato Vegas - visto che quando nel 2010 la Ue impose la regola, Consob si oppose senza però alcun risultato». In altri termini, di nuovo mancò la politica. Quanto infine al fatto che la Consob sarebbe stata informata per tempo che quelle obbligazioni offerte da Banca Etruria non erano idonee ad essere vendute ai piccoli investitori, la risposta di Vegas è secca: «Nessun segnale è giunto a Consob che l’offerta in questione andava proposta solo a investitori istituzionali».
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