Dopo mesi di trattative e capovolgimenti di fronte, la svolta nei negoziati è arrivata negli ultimi giorni. Toshiba doveva impedire entro il prossimo 31 marzo il delisting dalla Borsa di Tokyo, per far fronte alle perdite miliardarie registrate dalle attività nucleari in Usa. La soluzione migliore per far cassa era quella di vendere la sua divisione chip.
La decisione è maturata definitivamente al termine di un concitato consiglio di amministrazione, che ha votato per interrompere i negoziati con gli altri acquirenti, fra cui Foxconn e Western Digital. Proprio quest'ultima, azienda famosa per i suoi dischi rigidi, ha rappresentato uno dei principali ostacoli alla conclusione dell'accordo: WD e Toshiba infatti condividono un impianto di produzione nella prefettura di Yokkaichi, e gli strascichi legali su alcuni brevetti avevano portato Western Digital a considerarsi unico interlocutore della vendita.
L'offerta che alla fine l'ha spuntata è stata incrementata proprio per fornire un sostegno finanziario all'eventuale causa giudiziale che potrebbe nascere.
A quel punto è intervenuta Apple, per cui l'affare rappresenta un'occasione ghiotta, visto che Toshiba era finora il fornitore delle memorie flash degli iPhone. Nel consorzio, oltre a Bain e Apple, ci sono anche altri big della tecnologia: Dell, Kingstone e Seagate.
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