Squinzi: no al Tfr in busta paga, mette a rischio le imprese, vantaggi solo al fisco

Giorgio Squinzi
di Michele Di Branco
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Sabato 4 Ottobre 2014, 13:58 - Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 12:31
Non accetteremo alcun tipo di soluzione che metta anche solo a possibile rischio la liquidit della piccola impresa italiana, che aumenti i costi e la complessit burocratica. Se questa è la strada che si intende seguire la risposta è semplice: no». Giorgio Squinzi, presidente di Confindustria, parla a Napoli in occasione del Forum della Piccola industria e ribadisce il suo no all'ipotesi di inserire il Tfr in busta paga.



«L'unica cosa che abbiamo compreso - ha spiegato Squinzi - è che l'ipotesi sul Tfr fa sparire con un solo colpo di penna circa 10-12 miliardi per le pmi. Ho peraltro moltissimi dubbi che i lavoratori stessi aderirebbero a una simile proposta, se l'adesione fosse lasciata alla volontarietà, anche considerando la tassazione più elevata cui il tfr sarebbe assoggettato».



La strada da seguire, ha suggerito Squinzi, «è la progressiva riduzione del cuneo fiscale, unica soluzione stabile al rilancio della domanda interna». Quanto alla formula per il dialogo, Squinzi ha detto che «deve esserci un luogo in cui ci si guarda in faccia e si decide, sarebbe auspicabile insieme».



Squinzi: chi parla di padroni venga in fabbrica. «Dopo passi apprezzabili per determinazione e coraggio» sul mercato del lavoro, Giorgio Squinzi avverte: «Non regaliamo l'ultimo miglio alla paura». E a chi «parla di noi come padroni» che vogliono «il lavoratore più debole e senza protezioni», il leader degli industriali replica: «Faccia un corso di formazione nelle nostre fabbriche».



«Non è una legge a creare occupazione». «Non è una legge a creare occupazione - ha detto Squinzi - Sappiamo che una legge malfatta i posti di lavoro può distruggerli o quantomeno impedire che l'investitore li costruisca. Andare in una direzione che renda più facile creare il lavoro e meno costoso quello stabile e di qualità. La ragionevolezza consiglierebbe di andare in questa direzione. Si è discusso di come rendere più conventi ente il contratto a tempo indeterminato oggi rigido e costoso. Molti lamentano che nel Paese c'è un grande tasso di precarietà congiunto a un alto tasso di disoccupazione. Realtà gravi che preoccupa anche noi».



«Lavoro e Tfr, non vincano i vecchi spiriti maligni». «Il dibattito politico è oggi acceso su due questioni di vitale importanza per le imprese - dice Squinzi parlando anche della riforma del mercato del lavoro e dell'ipotesi di anticipare il tfr in busta paga. «Dalla soluzione che emergerà sapremo - avverte - se c'è un interesse nuovo della politica per l'impresa o se prevarranno i vecchi e maligni spiriti che si ostinano a dipingerci come ci descriveva la peggior letteratura del secolo scorso».



«Articolo 18, ma non solo, la riforma sia più ampia». «Affrontiamo il problema nella sua complessità e nella sua interezza, perché non si tratta del solo articolo 18 - dice Squinzi parlando della riforma del mercato del lavoro - Questo disegno di riforma sul contratto a tempo indeterminato e sulla flessibilità in entrata ed in uscita reggerà solo se accompagnato da una innovazione altrettanto importante e coraggiosa degli ammortizzatori sociali e dei servizi per l'impiego, della formazione al lavoro e dell'orientamento».
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