Parigi-Roma, intesa su Stx e nuovo asse sull'Unione: oggi il vertice di Lione

Parigi-Roma, intesa su Stx e nuovo asse sull'Unione: oggi il vertice di Lione
di Roberta Amoruso e Alberto Gentili
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Mercoledì 27 Settembre 2017, 08:00 - Ultimo aggiornamento: 12:45
Il clima della vigilia è quello di un accordo che aspetta soltanto l'annuncio ufficiale sul capitolo Fincantieri-Stx. Tutto, a partire dall'ottimismo diffuso nelle dichiarazioni tra Parigi e Roma, fa pensare che oggi dal vertice bilaterale Italia-Francia di Lione arriverà davvero la pax attesa sui cantieri dopo due mesi di tensioni. Il presidente francese, Emmanuel Macron e il premier Paolo Gentiloni metteranno la firma su un'allenza nel settore civile che getti le basi per accordo allargato anche alla difesa navale, seppure in un secondo momento. Da qui il ruolo ancora da definire per Naval Group.

Secondo Les Echos, si andrà verso «uno scambio di partecipazioni reciproche del 10% circa». Naval Group dovrebbe entrare in Stx France ottenendo il 15% del capitale (mentre lo stato francese ha il 33,6%) e ottenere un posto nel cda di Saint Nazaire. Si vedrà. Anche perchè, «costruire un grande playerglobale nel settore navale», è l'ambizione di Gentiloni. Ma «non si costruisce un grande polo civile e militare in un giorno», ha spiegato a Le Figaro.
Oggi si tratterà di capire, più che altro, quali sono i dettagli dell'operazione «con vantaggi per entrambi», Roma e Parigi, che consegnerebbe a Fincantieri il famoso controllo, cioè il 51% dei cantieri di Saint Nazaire, in cambio di maggiori garanzie per la Francia. Già, perché il cuore dell'intesa si gioca, a quanto pare, proprio sui poteri rafforzati per i francesi nel board e sulle garanzie accordate sulle questioni particolarmente strategiche.

Non c'è dubbio che la firma per la nascita dell'Airbus dei mari sarà il piatto forte del vertice di oggi. Ma questo è solo un capitolo di un'agenda più ricca per Gentioloni e Macron. Perché partite industriali come il destino dei cantieri di Saint Nazaire o l'asse Vivendi-Tim-Mediaset (un altro fronte caldo tra Parigi e Roma) si trovano a essere giocate in un contesto politico unico per l'Europa, a caccia di un nuovo equilibrio dopo lo scossone politico in Germania. Un equilibrio da cui dipenderà anche la rotta su vari temi, immigrazione compresa.
Così si spiega anche la convocazioni massiccia di tutti i ministri italiani e francesi più di peso a Lione, dagli Interni agli Esteri, dalle Infrastrutture al Lavoro. Qualcosa di inedito nella storia dei bilaterali.

SINTONIA EUROPEISTA
Gentiloni, accompagnato anche dalla consigliera diplomatica Maria Angela Zappia, sbarca a Lione convinto che l'incontro «sarà molto rilevante». Il fatto che il presidente francese abbia illustrato ieri il suo ambizioso programma per la «Nuova Europa» e che abbia detto di voler mettere nero su bianco in occasione del vertice italo-francese «i primi impegni per la rifondazione europea», fa ben sperare Gentiloni. «Le idee di Macron sono le nostre», sostengono a palazzo Chigi, «e cogliamo una grande attenzione nei confronti dell'Italia. Perché all'Eliseo sanno bene che se vogliono andare avanti sul percorso indicato, Roma è indispensabile: dopo le elezioni di domenica, la cancelliera Merkel sarà inevitabilmente condizionata dalla sua nuova coalizione e dovrà negoziare spazi di manovra. E perché l'Italia, con la Spagna alle prese con la Catalogna, è l'unico grande Paese profondamente europeista rimasto». Segue una «sana presa di realismo»: «Macron ha disegnato il mondo ideale, fatto da uno spazio fiscale comune, da un ministro delle Finanze e da un bilancio condiviso, etc. Ma bisogna vedere cosa è realizzabile: mezza Europa, a cominciare dall'Olanda e dai Paesi dell'Est, la pensa in modo opposto. E non sarà facile rifondare l'Unione se la Merkel non ritrova la propria forza».

Azzoppata o meno, l'Europa di Macron piace a Gentiloni. Sia sul fronte dei migranti, «ma chiederemo un'accelerazione sulla riforma del regolamento di Dublino», sia su quello della Difesa comune, la Procura anti-terrorismo, il coordinamento d'intelligence, la web-tax. E piace il dossier economico e il rilancio dell'Europa a due velocità che fu il cuore del vertice di marzo a Roma.

Dopo lo strappo del summit a Parigi a luglio con il generale Haftar e il premier al-Serraj, c'è una sostanziale sintonia anche sulla libia. Come dimostra il dialogo con il generale di Tobruk, sbarcato ieri a Roma, e la ripresa delle relazioni diplomatiche con l'Egitto, sia Macron che Gentiloni adesso perseguono lo stesso obiettivo: la stabilizzazione della Libia - per frenare flussi migratori e terrorismo - spingendo per la nascita di governo di «vera unità» che controlli «l'intero territorio libico».