Mutui, le banche: non c'è il rischio di avere la casa pignorata

Mutui, le banche: non c'è il rischio di avere la casa pignorata
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Mercoledì 2 Marzo 2016, 14:03 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 14:52
«Non c'è il rischio di avere la casa pignorata, è una direttiva europea, non è stata richiesta dall'Abi». Lo ha assicurato il presidente dell'Abi, Antonio Patuelli, commentando il decreto in esame alla commissione Finanze della Camera. «Ho studiato il documento del governo - ha spiegato - che recepisce la direttiva e non riguarda fatti passati ma eventualità, possibilità per il futuro. È una cosa lasciata alla libera contrattazione tra famiglie e istituti bancari e non riguarda il passato e i crediti deteriorati».

Dura protesta intanto del Movimento 5 Stelle che oggi ha "occupato" il corridoio davanti alla Commissione Finanze per impedire la discussione del decreto legislativo che recepisce la direttiva sui mutui, esponendo un cartello "La casa non si tocca". Dopo alcuni minuti i 5Stelle hanno liberato il corridoio e la commissione ha potuto iniziare la seduta.

Le nuove regole sui mutui previste dalla direttiva Ue, recepite dal governo e all'esame del Parlamento, secondo associazioni dei consumatori e M5s darebbero più potere alle banche a scapito dei consumatori in caso di mancati o ritardati pagamenti. Accusa tuttavia respinta dal ministero dell'Economia che ha sottolineato come il governo aveva il dovere di recepire la direttiva Ue sui mutui ma nel farlo ha scelto la soluzione più attenta alla tutela del consumatore-debitore, inserendo il diritto a vedersi riconosciuta l'eventuale eccedenza (rispetto al debito non rimborsato alla banca) dalla vendita dell'immobile.

Una misura non scontata e frutto della necessità, sottolineata anche dai tecnici del Senato nella loro relazione, di porre rimedio al potenziale «squilibrio tra le parti» nella stipula dei mutui e «rispetto della par condicio tra creditori». Per i tecnici la norma è «compatibile con la Costituzione e anche con il codice civile». Ma la sola valutazione da parte di un terzo del valore della casa (di norma venduta a prezzo inferiore a quello di mercato con le procedure di recupero crediti) potrebbe sì avvantaggiare il debitore che con il trasferimento estingue il debito ma potrebbe anche non essere sufficiente a riequilibrare le parti. E se la regola delle sette rate in ritardo esiste già (prevista dal testo Unico Bancario) quello che viene meno è il ricorso alle lunghe procedure esecutive giudiziarie, seppure deve essere previsto da una condizione esplicita nel contratto. Certo la norma vale solo per quelli nuovi ma quindi anche per le surroghe che rappresentano ora una buona fetta dei finanziamenti.

Tutto nasce dall'obiettivo generale dell'Ue, che si è già dimostrato anche nella direttiva sulle fatture della Pa, di dare tempi certi ai pagamenti. Una norma quindi non tagliata per l'Italia e il problema delle sue sofferenze bancarie. Non a caso dal settore del credito, accusato più o meno scopertamente dalle opposizioni di aver voluto la norma, non arrivano commenti ufficiali. Molti osservatori del settore fanno notare comunque come le banche, specie in questa fase, non sono interessate a farsi carico di immobili dal valore deprezzato e ci pensano bene prima di considerare sofferenze i mutui in ritardo. La grande massa delle sofferenze è infatti dovuta alla crisi che ha colpito le costruzioni e il manifatturiero mentre le famiglie hanno tassi minori di insolvenza. Non giova a nessuno insomma una ondata di sfratti e pignoramenti, prova ne sono le moratorie a favore dei soggetti più deboli (di cui hanno usufruito in 3 anni oltre 30mila famiglie).

«Mettere a rischio le case degli italiani è una follia! Riportiamo i partiti sulla terra», attaccano i 5 Stelle Luigi Di Maio e Carla Ruocco. E se Il Codacons parla di esproprio di Stato preannunciando un esposto, Adusbef e Federconsumatori parlano di norma buttafuori per conto dei banchieri.

«Dopo la direttiva europea sui mutui - ha spiegato ancora il presidente dell'Abi - da 48 ore mi stanno fermando tutti e chiedendo se le banche toglieranno le case a chi non paga il mutuo e si è messo in moto questo allarmismo. Nella direttiva europea sui mutui non si parla di questo, anzi è vietato ipotizzare alcunché di innovativo per tutti i mutui in essere, l'ipotesi che lascia aperta è che in futuro non sia proibito agli Stati membri la libera contrattazione tra banche e consumatori sulla clausola di accelerazione delle procedure giudiziarie per i creditori insolventi sui mutui», ha continuato Patuelli ribadendo poi: «Dobbiamo evitare un allarmismo che si moltiplica da solo in termini ingiustificati».

«È bene che gli istituti finanziari dell'Unione europea pensino di ritirare in Italia le banconote da 500 euro, sono uno strumento per il facile riciclaggio», ha sottolineato poi il presidente dell'Abi. «In Italia - ha aggiunto - 500 euro è un importo sproporzionato». 


 
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