La reazione Fininvest non si fa attendere: è «una vera e propria scalata ostile», ha fatto sapere, rintracciando dietro le controversie sul valore di Premium - «un incredibile voltafaccia» - «un disegno ben preciso che Vivendi svela con la mossa odierna: creare le condizioni per far scendere artificiosamente il valore del titolo Mediaset e lanciare a prezzi di sconto» la scalata, ha detto la holding della famiglia, pronta a tutelarsi «in tutto le sedi e con tutti i mezzi» per bloccare «un gravissimo inganno che delle leggi del mercato fa scempio». Quanto a Mediaset, fonti della società hanno segnalato il calo del 30% segnato da Mediaset sul braccio di ferro con Vivendi, oltre a negare di essere stati avvisati dell'operazione come sostenuto da Vivendi.
Il gruppo francese, comunque, ha affermato di essere entrato in Mediaset dopo che la prevista acquisizione di Mediaset Premium «ha malauguratamente fatto sorgere un contenzioso tra Vivendi e Mediaset» e dopo che «Mediaset e il suo azionista Fininvest non hanno accettato le proposte di Vivendi finalizzate a trovare una soluzione amichevole per risolvere la controversia». L'intenzione del gruppo media guidato da Arnaud de Puyfontaine è «sviluppare la propria attività nell'Europa meridionale» e la mossa su Vivendi è vista in linea con le proprie ambizioni strategiche quale primario gruppo internazionale con sede in Europa nel settore dei media e dei contenuti«. Vivendi aveva siglato un accordo con Mediaset in aprile in vista di una partnership strategica e industriale, che prevedeva diverse iniziative e l'acquisto del 3,5% del gruppo italiano, oltre al 100% di Mediaset Premium, in cambio del 3,5% del capitale sociale di Vivendi.
L'alleanza si è poi arenata a fine luglio quando Vivendi ha rovesciato le carte e anche il tavolo, affermando di non voler più procedere sul contratto di acquisto dell'intera Premium, ma di volersi fermare al 20%, puntando invece ad avere in tre anni il 15% di Mediaset con un convertibile.
Da lì in avanti la guerra si è giocata in un 'botta e rispostà su quali fossero o meno gli impegni vincolanti da ottemperare tra le due parti con Mediaset che chiamava i francesi al rispetto del contratto e Parigi che sosteneva che il reale valore di Premium non fosse quello prospettato in primavera.
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