Attualmente i maggiori fruitori di questa tecnologia sono nel Regno Unito, Germania e Francia (complessivamente 55% del mercato), peso destinato a crescere da qui al 2020. L’Italia è ancora indietro. Così come lo è - sempre secondo il rapporto “The impact of digitalization on business-to-consumer relationship”, curato da Silvia Compagnucci e Stefano da Empoli - nell’e-commerce. Un canale di vendita che in media sulle grandi imprese europee ha un impatto sul fatturato del 20%, mentre invece in Italia è intorno al 12%. Un dato che ci pone agli ultimi posti delle classifica Ue, lontanissimi dal 45% realizzato dalle imprese irlandesi.
In base alla fotografia scattata dal rapporto, i maggiori utilizzatori degli acquisti on line hanno età compresa tra i 16 e i 34 anni. Si comprano abiti e attrezzatura sportive (34%), seguono gli acquisti relativi a viaggi, alloggi vacanza (29%) e biglietti per eventi. In relazione alle attività finanziarie, a livello europeo, l’attività più comune nel 2016 è stata l’acquisto o il rinnovo di polizze assicurative (11% degli individui). In questo caso gli utenti più attivi hanno tra i 25 e i 54 anni d’età (14%), seguiti da quelli tra i 55 e i 74 (12%). Assenti, o quasi, i più giovani. Per quanto concerne l’internet banking, invece, la Danimarca guida la classifica europea con l’88% degli utenti nel 2016, seguita da Finlandia (86%) e Paesi Bassi (85%). Le performance peggiori invece in Grecia (19%), Romania (5%) e Bulgaria.
Invio e ricezioni di e-mail, ricerca di informazioni per beni e servizi, partecipazioni ai social network, restano a livello europeo le attività online più diffuse. Le e-mail, ad esempio, sono utilizzate ormai da ben il 97% della popolazione europea.
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