Deutsche Bank indagata a Milano per la speculazione sui Btp del 2011

Deutsche Bank indagata a Milano per la speculazione sui Btp del 2011
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Domenica 10 Dicembre 2017, 13:15 - Ultimo aggiornamento: 11 Dicembre, 15:16
«Deutsche Bank e alcuni suoi ex top manager sono indagati dalla Procura di Milano per la mega speculazione in titoli di Stato italiani effettuata nel primo semestre del 2011. Operazione che, ormai è storia, contribuì a far volare lo spread dei rendimenti tra i Btp del nostro Paese e i Bund tedeschi e a creare le condizioni per dimissioni dell'esecutivo Berlusconi. L'ipotesi di reato è la manipolazione del mercato, avvenuta attraverso operazioni finanziarie finite sotto la lente dei pm per un totale di circa dieci miliardi. Affari realizzati da Deutsche Bank dopo il crac della Grecia». Lo scrive su Facebook Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, citando il pezzo uscito oggi su L'Espresso. «L'ormai famoso colpo di Stato contro un governo legittimo che in questi anni ho raccontato in quattro libri e in centinaia di interventi, articoli e interviste. Adesso la verità, dopo tante altre evidenti conferme, continua a venire sempre più a galla», ha scritto ancora Brunetta. 

La vicenda riguarda la forte riduzione negli investimenti in titoli di Stato italiani avvenuta nei primi sei mesi del 2011, quando Deutsche Bank smobilitò 7 dei circa 8 miliardi dei Btp che deteneva. Comunicando tutto soltanto il 26 luglio. Una notizia bomba, tanto che il Financial Times titolò in prima pagina sulla «fuga degli investitori internazionali dalla terza economia dell'eurozona».

L'indagine dei pm milanesi ricostruisce l'intera serie di operazioni decise dalla banca tedesca. E, secondo l'accusa, emergerebbe che già alla fine dello stesso mese di luglio del 2011, Deutsche Bank aveva già ripreso a comprare Btp, per almeno due miliardi, senza annunciarlo. Mentre altri 4,5 miliardi di titoli italiani erano posseduti da un'altra società tedesca acquisita nel 2010 da Db. Alla data del 26 luglio, dunque, Db comunicò le vendite avvenute entro il 30 giugno, ma non gli acquisiti successivi. Avendo quindi venduto prima del crollo dei prezzi, e ricomprato dopo.
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