Carige, ecco i nuovi vertici: Tesauro presidente, Bastianini amministratore delegato

Malacalza: il mio impegno al servizio della banca
di Rosario Dimito
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Mercoledì 2 Marzo 2016, 16:55 - Ultimo aggiornamento: 3 Marzo, 08:28
Giuseppe Tesauro presidente, Guido Bastianini amministratore delegato. Ecco i nuovi vertici di Carige anticipati dal Messaggero.it e confermati dalla Malacalza Investimenti. Con una nota ufficiale il gruppo genovese, primo socio con il 17,58%, ha comunicato di aver presentato, mercoledì 2 marzo, in anticipo rispetto al termine di domani, la lista. Al primo posto c'è Tesauro seguito Vittorio Malacalza, destinato alla vicepresidenza con un ruolo quindi diretto nella gestione. «Il mio impegno diretto - dichiara l'imprenditore - è un ulteriore segnale in questo senso, al fine di mettere al servizio nell'esclusivo interesse della banca l'esperienza imprenditoriale che deriva da oltre quarant'anni di attività nel mondo industriale». Gli altri nomi sono: Pasquale Luciano, indicato dalla fondazione con cui Malacalza ha un patto di consultazione, Bastianini, Maurizia Squinzi (ex dg della Mittel), Beniamino Anselmi, Giampaolo  Provaggi (entrambi consiglieri attuali), Paola Girdinio, Elisabetta Rubini, Lucia Venuti, Anna Maria Chiodaroli, Lorenzo Cuocolo (consigliere fino a maggio 2015 quando si è dimesso per far posto ai rappresentanti di Malacalza), Flavio Venturini, Massimo Pezzolo. Il nuovo consiglio verrà eletto dall'assemblea anticipata al 31 marzo.
Tesauro, 73 anni, giurista è stato presidente della Corte costituzionale e dell'Antitrust. Bastianini è attualmente direttore generale di Sator, la holding di Matteo Arpe. Dopo settimane di indiscrezioni sui papabili alle due poltrone principali, finalmente i giochi si sono chiariti. I nomi usciti finora (da Enzo Chiesa a Marina Natale) sarebbero stati contattati (nonostante le smentite) e per motivi diversi, non avrebbero accettato. Tesauro rappresenta quella figura di garanzia che l'imprenditore ligure cercava e ne ha tutti i titoli visto il curriculum e gli incarichi di responsabilità ricoperti. Sorprende invece, la scelta del timoniere anche se l'intera manovra di sostituzione dell'attuale vertice appare di difficile comprensione.
Il 12 febbraio a sorpresa, con un comunicato, Malacalza Investimenti comunicava di voler promuovere una discontinuità al vertice di Carige improntata al massimo rinnovamente. Era di fatto un inspiegabile benservito al presidente Cesare Castelbarco Albani e all'ad Piero Montani. Entrambi sono ben considerati dalle Autorità e dal mercato avendo tenuto la barra dritta nel periodo più caldo della storia dell'istituto, bocciato assieme a Mps, agli esami della Bce dell'ottobre 2014. Presidente e ad hanno avuto il merito di aver gestito la terapia d'urto imposta dalla Bce con grande capacità. Carige ha effettuato alcune dismissioni e soprattutto, realizzato con successo, l'aumento di capitale da 850 milioni con gli investitori che hanno partecipato all'aumento anche per la garanzia dei due banchieri.
Nel frattempo Malacalza consolidava la sua posizione nell'azionariato approfittando anche della crisi della fondazione genovese costretta a ridurre la partecipazione all'1,5% per fare cassa e far quadrare i conti. Sul piano delle strategie, sembra che Malacalza avrebbe voluto un'accelerazione nella scelta del partner. Castelbarco e Montani si sono dotati di due advisor (JpMorgan e Mediobanca) che hanno effettuato una ricognizione delle opzioni possibili. Il 21 ottobre scorso un summit a Milano presso lo studio Lombardi Molinari Segni, tra Castelbarco, Montani lo stesso Malacalza da una parte e dall'altra i vertici della Bpm (Piero Giarda, Mario Anolli, Giuseppe Castagna) promosso da un colloquio di qualche giorno prima tra Giarda e Malacalza, sembrava potesse accelerare una fusione tra i due istituti. Ma il giorno dopo il titolo Bpm è stato venduto in Borsa a dimostrazione che il mercato non apprezzava la combinazione strategica e il pressing dei fondi su Castagna per manifestare la contrarietà hanno fatto saltare il tavolo. Contatti ci sarebbero stati fra gli advisor e Bper, Unipol e qualche altro istituto  ma senza seguito.
La volatilità dei mercati specie da metà gennaio, ha investito anche il titolo Carige polverizzando l'investimento dei Malacalza che evidentemente avrebbe voluto che la banca avesse un ruolo più attivo nel risiko. Non è chiaro questo desiderata come avrebbe potuto essere interpretato da Castelbarco e Montani visto che, a parte Banco Popolare-Bpm, non ci sono altre operazioni in cantiere. E' possibile invece che l'imprenditore ligure abbia voluto rimuovere due figure blasonate, di altissimo livello che rispettano i ruoli e, per questo, difendono la loro autonomia professionale riconoscendo all'azionista solo il diritto di trarne le conseguenze in caso di risultati negativi. Che non ci sono dal momento che Carige è sulla strada della ripresa, pur in un contesto di mercato difficile.
Comunque Malacalza ha voluto voltare pagina. E all'assemblea di fine mese insedierà un nuovo vertice. Il mercato attende alla prova Bastianini considerato un delfino di Arpe visto che la sua carriera è avvenuta all'ombra dell'ex timoniere di Banca di Roma e di Capitalia e comunque ha competenze di bilancio. Oggi Bastianini è inoltre, presidente di Banca Profilo S.p.A., nonché membro dei Consigli di Amministrazione di Sator Capital Limited, Centro Europa Ricerche S.r.l., Sator Public Equity Value Fund Limited e Sator Public Equity Value Master Fund Limited. In passato dall’ottobre 2007 al marzo 2008, ha avuto la responsabilità in UniCredit della struttura Bilancio e Fiscale ex Capitalia, focalizzata sul processo di integrazione tra UniCredit e Capitalia. A causa della perdita dei requisiti di onorabilità per la condanna sul caso-Ciappazzi, Arpe ha dovuto lasciare tutte le cariche di responsabilità all'interno del suo gruppo e Bastianini ne è di fatto il suo rappresentante diretto. Ora Arpe dovrà scegliere chi prenderà la guida di Sator, anche se fonti autorevoli ritengono sia stato lui a suggerire a Malacalza il nominativo di Bastianini. L'ex banchiere di Capitalia e la famiglia dell'imprenditore ligure si conoscono da tempo. Comunque visto il sodalizio Arpe-Bastianini, è più che evidente che i consigli del maestro saranno preziosi al nuovo timoniere della banca nelle decisioni più delicate.
I nomi dei consiglieri scelti - spiega nella nota lo stesso Malacalza - esprimono «competenze bancarie e di sensibilità vicine al panorama industriale ed economico per mettere Banca Carige in condizione di cogliere le potenzialità di consolidamento, rilancio e sviluppo».
Intanto ammontano a circa 1,7 milioni gli emolumenti riconosciuti all'attuale amministratore delegato di Carige Montani per l'anno 2015. È quanto si legge nella relazione del cda Carige sulla remunerazione degli amministratori predisposta in vista dell'assemblea di fine mese. La remunerazione è composta di una parte fissa da 1,25 milioni mentre corrisponde a 473 mila euro circa il controvalore degli strumenti finanziari assegnati al manager a titolo
di incentivo. Alla fine dell'esercizio 2015 Montani - che concluderà il suo mandato con l'assemblea di approvazione del bilancio 2015 fissata per il 31 marzo - risulta titolare inoltre di 200mila azioni Carige. Al presidente Cesare Castelbarco Albani è stata
riconosciuta invece una remunerazione complessiva relativa al 2015 di 730 mila euro. Al vicepresidente Alessandro Repetto 370 mila euro. Anche il mandato del presidente e del vicepresidente si concluderà a fine mese.




 
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