Dal Cipe oltre un miliardo per l'industria e contro i casi-Embraco e 900 milioni per strade e ferrovie

Il premier Paolo Gentiloni alla riunione del Cipe a Bologna
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Mercoledì 28 Febbraio 2018, 18:01 - Ultimo aggiornamento: 1 Marzo, 00:54
Ce n’è un po’ per tutti. Ma in cima alla lista de dei nuovi investimenti approvati dal Cipe (chiamato ad assegnare quasi 5 miliardi di euro a valere sul Fondo europeo per lo sviluppo e la coesione) c’è anche un pezzo del fondo salva-Embraco, e non solo Embraco. Ci sono dunque «200 milioni per il fondo per il contrasto alle delocalizzazioni», annuncia il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. Questi, insieme agli 850 milioni per i contratti di sviluppo (uno strumento utile a sostenere gli investimenti strategici di grandi dimensioni), 1 miliardo e 50 milioni in tutto, servono a «gestire i processi di reindustrializzazione, transizioni e crisi industriali».

Insomma, «la politica industriale di sviluppo rappresentata da Impresa 4.0, dal piano straordinario Made in Italy e dalla Sen», spiega Calenda, «viene ora affiancata da una politica industriale di protezione per i lavoratori e le aziende spiazzate da innovazione tecnologica e globalizzazione». Poi ci sono 740 milioni di euro per rafforzare l'offerta culturale e potenziare sistemi urbani e promozione turistica.

E ancora, c’è il capitolo importante dedicato alle infrastrutture, un capitolo delicato di questi tempi. «Un impegno rilevante nel completamento delle opere e nella messa in sicurezza del territorio e del patrimonio infrastrutturale esistente», spiega il ministro delle Infrastrutture, Graziano Delrio. E così, «ad opere molto rilevanti come la 2a tratta del progetto definitivo della statale 106 Jonica in Calabria, approvato con un progetto di minore impatto, o come gli investimenti nel porto di Ravenna o i progetti di accessibilità stradale a Malpensa per 220 milioni, - spiega Delrio - si affiancano altre risorse Fsc per quasi un miliardo, distribuite in tutte le regioni, per sistemi di trasporto sostenibili ed eliminare le strozzature nelle principali reti. Quindi grandi e piccole opere, tutte utili: dai progetti stradali di collegamento, alle ciclovie, al rinnovo del materiale rotabile, alle connessioni ferroviarie con gli aeroporti, alla messa in sicurezza delle grandi dighe». Dunque, per tutto questo sono previsti stanziamenti per 934,4 milioni, dice il secondo Addendum al Piano Operativo Infrastrutture del Ministero Infrastrutture e Trasporti, relativo alla programmazione 2014-2020 del Fondo Sviluppo e Coesione, approvato dal Cipe. In particolare, al Mezzogiorno vanno risorse per 711,8 milioni, al Centro Nord per 225,5. Le risorse del secondo Addendum - sottolinea il Ministero - si aggiungono a quelle del Piano operativo Infrastrutture del dicembre 2016, 11,5 miliardi di euro, ed al precedente addendum del 2017, con 5,4 miliardi di euro. Particolare attenzione è stata dedicata agli interventi di messa in sicurezza del patrimonio infrastrutturale esistente di cui fanno parte gli interventi per il miglioramento della sicurezza delle dighe pari ad oltre 173 milioni di euro. In ambito stradale sono stati previsti interventi per il rafforzamento della viabilità di interesse regionale che costituisce adduzione alla viabilità nazionale. In ambito ferroviario si è proseguito nel potenziamento delle linee ferroviarie di interesse regionale e di collegamento con gli aeroporti alle quali sono stati assegnati circa 120 milioni di euro. Infine sono stati assegnati oltre 60 milioni al rinnovo del materiale rotabile su gomma e su ferro, per il miglioramento del trasporto pubblico locale.
Tra gli altri capitolo, ol trasferimento dei fondi-obiettivi sulla ricerca:
«Circa 250 milioni di euro in totale, dalla genomica all'ageing, ma anche un grande hub per la vita e una grande factory, messa a disposizione per la ricerca di base applicata che si realizzerà all'Istituto Superiore di Sanità con un investimento di circa 140 milioni di euro», spiega il ministro della Salute Beatrice Lorenzin.
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