L'artista che ha disegnato i poster per la Fifa: «Ai Mondiali di calcio vinco con la mia creatività»

L'artista che ha disegnato i poster per la Fifa: «Ai Mondiali di calcio vinco con la mia creatività»
di Simoma Verrazzo
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Venerdì 19 Agosto 2022, 19:56

È un'edizione da record quella dei Mondiali di Calcio del Qatar. Per la prima volta vengono ospitati in un paese arabo e musulmano e, altro primato, verranno disputati tra novembre e dicembre, anziché tra giugno e luglio per le temperature proibitive del regno durante la stagione calda. Le aspettative sono tante, cresce l'attesa man mano che i mesi trascorrono. Ogni Paese ospitante sfrutta il torneo come palcoscenico unico per mostrarsi al mondo. Il Qatar non è da meno e in questa speciale vetrina un ruolo fondamentale lo hanno le donne e tra loro spicca Bouthayna Al Muftah, personalità tra le più note della scena contemporanea araba molto apprezzata anche in Europa. Classe 1987, artista poliedrica, si è confrontata con numerosi e diversi settori, spaziando dall'incisione alla tipografia, dall'arazzeria alle istallazioni. La Fifa si è affidata a lei per realizzare i poster ufficiali del Campionato del Mondo. Altro record, perché è la prima volta che per l'evento viene realizzata un'intera serie di manifesti, in tutto 8.
In che modo è stata selezionata per questo progetto?
«Sono stata selezionata attraverso un concorso interno condotto dal Supreme Committee for Delivery & Legacy, che includeva altri artisti del nostro Paese. Ho avuto l'onore di essere scelta e non smetterò mai di ringraziare per questa opportunità».


I lunghi periodi di chiusura dovuti alla pandemia in che modo hanno influenzato la sua creatività?

«La pandemia mi ha permesso di esplorare meglio la realtà che mi circonda. Uscivo per viaggi in macchina nelle aree più remote del Qatar e ho scoperto che la calma e la quiete stimolavano la mia creatività, permettendo a nuove idee di affiorare».

Da cosa ha tratto ispirazione per il concept del progetto?

«L'idea è arrivata dalla cultura locale del Qatar e dalle mie più recenti esplorazioni nella performance art. Ciascun poster cattura idee concettuali che riportano lo spettatore a un tempo e a un luogo in modo quasi surrealista. Il poster principale rimanda ad aspetti che mostrano il nostro amore e la nostra passione per il calcio, elementi come il tifo, l'ospitalità, lo stare insieme e l'eccitazione all'interno degli stadi. I poster di supporto si concentrano sulla bellezza del gioco in modo fisico, statuario ed elegante. Volevo creare una sensazione di energia, con i momenti in cui il tempo sembra fermarsi. Ogni poster è progettato per completare l'altro, in un'opera d'arte semplice ma allo stesso tempo complessa».


Sebbene la figura principale sia maschile, in un poster ci sono anche due immagini femminili e grande rilevanza è stata data al fatto di aver scelto una donna per la realizzazione del poster ufficiale. Come vive questa maggiore aspettativa?

«Non credo che ci sia una maggiore aspettativa essendo io artista e donna, ma sicuramente è un riconoscimento per come il calcio e lo sport in generale sono vissuti: visto, praticato e apprezzato da tutti, uomini, donne e bambini. La scelta è un messaggio di universalità e uguaglianza».


Il confronto è con la grande fotografa Annie Leibovitz per Messico 86. Da allora le donne hanno imposto ancora di più la loro presenza in ogni settore e questo sta avvenendo anche nei Paesi arabi. Nello specifico del Qatar, cosa è cambiato e ancora sta cambiando?


«Fin dall'inizio della mia carriera mi sono sempre sentita, come donna, sostenuta dalle istituzioni del mio Paese e dai miei colleghi e mi sono state date le loro stesse opportunità. Le donne, in particolare nell'industria delle arti e della cultura, continuano ad avere tante possibilità per mostrare i lori lavori e diffondere il loro messaggio. Vedo questo come l'inizio di una sempre maggiore parità di genere».


Nel suo paese la presenza femminile nell'arte è guidata dalla sceicca Al Mayassa bint Hamad bin Khalifa al-Thani, tra i più grandi mecenati d'arte al mondo e sorella dell'attuale emiro, Tamim bin Hamad al-Thani. Cosa vuol dire per lei avere una figura femminile di riferimento così importante?


«Sua Eccellenza Sheikha Al Mayassa è stata una delle personalità centrali della scena artistica in Qatar e, secondo me, in tutta la regione. È stato fondamentale avere il suo supporto e il suo apprezzamento. E sono orgogliosa di dire che abbiamo numerose figure sia maschili sia femminili grazie alle quali è possibile accedere all'istruzione e, successivamente, alle esposizioni dei propri lavori, in una struttura che crea opportunità. Le stesse figure che hanno visto come il Qatar avesse le potenzialità per essere il Paese ospitante del più grande torneo di calcio del mondo».


Cosa consiglia a una giovane donna che vuole avvicinarsi all'arte? Può dare gli stessi suggerimenti a una ragazza europea e a una del nord Africa o del medio Oriente? Oppure l'arte è diversa a seconda del luogo?


«Non credo che il luogo o l'etnia siano importanti, se metti veramente passione nella tua arte penso che dovresti perseguirla con le risorse che hai a disposizione. È così che nasce la creatività, attraverso i mezzi e l'ambiente circostante, emerge da una sfida. Il mio consiglio è continuare a creare e non modificare il tuo stile distintivo per adattarlo a ciò che pensano le altre persone o per adattarti a un certo genere che però non ti trasmette emozioni. Chiunque incontro, con cui parlo e ho l'opportunità di lavorare mi aiuta a crescere come artista e come individuo. E penso che soltanto questo debba guidarmi nel mio viaggio personale».
 

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