«In quest'ultimo mese abbiamo lavorato molto con le consegne a domicilio racconta Erika Lipparelli, che con la sorella Tania gestisce la Mondadori in viale Garibaldi con una media di 60 consegne a settimana siamo riuscite a coprire una parte dei costi fissi». Che riapertura sarà? «Proveremo con due turni - 9,30-13 e 15,30-19 ma giusto per capire come risponde la clientela. Non mi aspetto il pienone. Dal punto di vista della sicurezza, possiamo gestire 5-6 persone alla volta. Abbiamo predisposto una via d'ingresso e una d'uscita separate. Distribuiremo guanti monouso e gel disinfettante. Molto dipenderà dal senso civico dei clienti, ma è chiaro che senza mascherina non si può entrare in negozio. Siamo felici di riaprire, ma le preoccupazioni sono tante, oggi più che mai». «Sono contentissima di riaprire così la titolare della Galleria del libro, Anna Claudia Torri Davvero non ce la facevo più a rimanere chiusa. In questi giorni stiamo facendo la sanificazione continua del locale e da lunedì faremo rispettare le indicazioni del Governo sul distanziamento sociale. Se è giusto riaprire? Penso di sì, dobbiamo imparare a convivere con questo virus e siamo tutti chiamati a una prova di maturità». Interessante anche il punto di vista di Sergio Cracolici, titolare della storica libreria Dettagli. «Non è corretto riaprire perché abbassare la guardia adesso potrebbe innescare nuovi contagi. Poi mi chiedo, cosa accade a chi viene fermato dalla Polizia mentre va in libreria? Il modulo di autocertificazione deve essere aggiornato. Lunedì riapriremo ma ho la sensazione che il Governo ci sta usando come cavie per vedere cosa succede allentando le maglie del lockdown».
«Siamo felici di riaprire racconta infine Angelo Derosas, titolare della graziosa libreria di Santa Marinella, Il filo di Sofia ci siamo attrezzati con detergenti e guanti monouso, pulizia costante, areazione del locale e ingressi contingentati. In questo mese e mezzo di emergenza ho portato avanti le consegne a domicilio, ma il problema più grande, per una libreria indipendente come la mia, sono i rifornimenti da parte dei grossisti. Come ci si sente in vista della riapertura? I problemi e le incognite sono tante, come lo erano prima, ma come libraio sono contento perché si torna a fare il mestiere che amiamo, che è quello di stare vicino ai clienti, accompagnandoli nei loro percorsi di lettura. Il fatto di esser stati considerati quasi alla stregua delle attività essenziali è qualcosa che inorgoglisce e che dovrebbe far riflettere sulla funzione dei libri e della cultura, non solo in una fase di emergenza».
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