Superstar
di Gloria Satta

Il dramma di Seymour Hoffman, quando la droga brucia il successo

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Lunedì 3 Febbraio 2014, 10:55
La notizia della morte per overdose di Philip Seymour Hoffman, uno dei migliori attori in circolazione, ha sconvolto tutti. Anche me che, come milioni di spettatori, avevo imparato ad apprezzarlo in tanti film prima che la sublime interpretazione di Truman Capote gli regalasse l’Oscar. Quando Hoffman portò a Venezia “The Master”, in cui interpretava un carismatico santone (altro ruolo da antologia, infatti l’attore vinse la Coppa Volpi) l’avevo anche intervistato, scoprendo dietro il talento cinematografico un uomo colto, raffinato, sensibile e apparentemente non contagiato dalla nevrosi del successo. Ora faccio fatica ad immaginarlo riverso senza vita nel bagno di casa sua con un ago infilato nel braccio. Vittima dell’eroina, la droga della disperazione. E non saprò mai cosa possa aver spinto all’autodistruzione un attore che aveva successo, lavorava senza sosta, prendeva tonnellate di premi e in più aveva creato una famiglia armoniosa con la compagna e i loro tre figli amatissimi. E’ lunga la lista dei grandi attori e delle star della musica stroncate da overdose: John Belushi, River Phoenix, Heath Ledger, Cory Monteith, Jimi Hendrix, Janis Joplin, Jim Morrison, Chet Baker, Amy Winehouse tanto per citare i primi che mi vengono in mente. E considerato che una buona parte dei protagonisti dello star system fa abuso di stupefacenti entrando ed uscendo dai centri di disintossicazione, sempre in bilico tra carriera e cadute, mi domando cosa spinga un personaggio di successo ad autodistruggersi con la droga. La pressione dell’ambiente, che pretende sempre di più? L’ansia da prestazione, che non si placa mai? L’incapacità di gestire un successo di dimensioni planetarie, e l’eccesso di soldi, e la visibilità permanente? L’incapacità di conciliare la riuscita professionale con una vita sentimentale equilibrata? Con questi interrogativi nella mente, apro il dibattito con voi e rivolgo un pensiero rispettoso al bravissimo, sventurato Seymour Hoffman che, prima di andarsene in modo tanto improvviso e violento, al cinema ha saputo darmi tante emozioni.
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