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di Luca Cifoni

Per lo Stato le scadenze sono sempre elastiche

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Giovedì 22 Ottobre 2015, 16:54
 A una settimana dall'approvazione della legge di Stabilità da parte del Consiglio dei ministri, il relativo testo non è ancora arrivato in Senato, nonostante le norme di contabilità pubblica (legge 196 del 2009) prevedano che il provvedimento sia "da presentare alle Camere entro il 15 ottobre di ogni anno". Con tutta probabilità ciò avverrà nel giro di pochissime ore. Il 15 ottobre è anche la scadenza per l'invio alla commissione europea del cosiddetto Documento programmatico di bilancio (Draft budgetary plan) che riporta secondo uno schema uguale per tutti le manovre di bilancio dei vari Paesi. Il documento italiano è presente sul sito della commissione, ma sono rimaste in bianco (con la dicitura "omissis") le cruciali tabelle della sezione III. Naturalmente quando si parla di legge di Stabilità, il punto di gran lunga più impostante è sapere cosa c'è scritto, se contiene misure utili al Paese o meno. Eppure anche la questione del rispetto dei tempi non è poi completamente secondaria, per almeno due motivi. Il primo riguarda il Consiglio dei ministri che ha approvato, certo, le grandi linee del provvedimento ma non importanti interventi che sono stati inseriti (o modificati) via via in questa settimana. Insomma per aspetti rilevanti è stata data una delega in bianco: è vero che in via pratica sarebbe impossibile per un singolo ministro entrare in tutti dettagli di una legge così complessa, ma ciò dovrebbe essere almeno teoricamente possibile per gli argomenti di maggiore interesse. Il secondo aspetto tocca i cittadini e il loro rapporto con lo Stato. Negli anni recenti nessun governo ha rispettato alla lettera i tempi della sessione di bilancio, salvo quello di Monti. I giuristi spiegano che si tratta di termini "ordinatori e non perentori": siccome nella legge non è specificato cosa succede in caso di mancata osservanza (sanzioni o altro), possono essere interpretati con una certa elasticità. A rischio di lambire la demagogia, si può facilmente notare che così non è per molte scadenze a cui sono sottoposti gli italiani: il ritardo nella sola presentazione del modello 730 costa ad esempio una sanzione di 258 euro, che può essere ridotta ad un decimo se la manzanza viene sanata dopo pochi giorni.
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