Corri Italia, corri
di Luca Cifoni

La scommessa di fare impresa: almeno iniziare ora è più facile

2 Minuti di Lettura
Giovedì 6 Novembre 2014, 14:45
Qualche volta anche in tema di modernizzazione e competitività del nostro Paese arriva una parziale buona notizia. Succede ad esempio con il famoso (o per qualcuno famigerato) rapporto Doing business elaborato dalla Banca mondiale. Sostanzialmente si tratta di una misurazione della facilità con cui nei vari Paesi del mondo si può fare impresa, misurazione che tiene conto di vari fattori quali fisco, burocrazia, servizi, legislazione e così via. Nella classifica complessiva l'Italia non naviga in buone acque. Nel rapporto per il 2015, appena uscito, figura al posto numero 56 su 189 Paesi. C'è un piccolo miglioramento nel punteggio assoluto, mentre perdiamo quattro posti nella classifica rispetto all'anno precedente: segno che gli altri corrono più veloci (anche se il confronto è con i dati rivisti in corso d'opera, mentre la classifica uscita un anno fa ci dava in 65° posizione; nel 2013 eravamo comunque più indietro, al 73° posto). C'è però un aspetto in cui i miglioramenti sono evidenti: l'avvio di un'impresa. Siamo in posizione numero 46, in miglioramento di 15, allo stesso livello degli Stati Uniti e davanti a Paesi come Svizzera, Spagna, Giappone e Germania. Un progresso che è il risultato delle nuove regole in vigore e che viene salutato con favore dai notai, attori fondamentali di queste procedure (che proprio oggi si riuniscono a Roma per il loro Congresso nazionale). Lo stesso Notariato sottolinea la possibilità di ulteriori avanziamenti grazie alla norma che prevede l'iscrizione immediata nel registro delle imprese degli atti societari predisposti dal notaio. Avviare un'impresa naturalmente è solo l'inizio: poi si tratta di farla crescere e prosperare, tra mille difficoltà. Ma che almeno il primio passo possa essere fatto con relativa tranquillità è un piccolo positivo segnale
© RIPRODUZIONE RISERVATA