Corri Italia, corri
di Luca Cifoni

Inflazione cercasi disperatamente

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Lunedì 7 Luglio 2014, 10:52
A sentirla nominare, fa ancora paura. Colpa forse dei brutti ricordi: quelli veri degli anni 70-80 e quelli più recenti, che risalgono al primo periodo di circolazione dell'euro, nei quali però realtà e suggestione si intrecciano. L'inflazione è una brutta bestia ma oggi in Europa quasi tutti dicono che ne servirebbe un po'. Non troppa, per carità, ma quel tanto che basta a tenere l'indice appena al di sotto del 2 per cento

Stiamo rischiando invece di scivolare nella deflazione, cioè nella situazione in cui al contrario i prezzi calano. Non è il paradiso che qualcuno potrebbe immaginare, perché in un quadro di recessione alla lunga si riducono anche i redditi per cui ad esempio un debitore dovrebbe restituire lo stesso capitale disponendo di meno risorse. Tutto ciò può diventare una trappola se prevedendo prezzi in ulteriore calo la gente sospende gli acquisti importanti, mettendo ulteriormente in crisi l'economia.

Anche il contesto di bassissima inflazione in cui ci troviamo attualmente, che ancora deflazione non è, non appare comunque desiderabile. Tra gli altri effetti spiacevoli c'è quello sul debito pubblico che si gonfia in rapporto al Pil per il rattrappirsi del denominatore - appunto il prodotto - calcolato in termini nominali: la sua variazione dipende oltre che dalla crescita (che non c'è) proprio dalla dinamica dei prezzi.

Se le cose stanno così, forse vanno messi in discussione anche altri parametri del ragionamento comune. L'anno scorso si è dibattuto molto sull'incremento di un punto dell'aliquota ordinaria dell'Iva: se ne temevano proprio gli effetti inflazionistici, che apparentemente non sono stati significativi. E ci si potrebbe persino domandare se un ulteriore ritocco dell'Iva, ad esempio dell'aliquota agevolata del 4 per cento, non sia una mossa da valutare nel tentativo di rianimare gli indici dei prezzi.
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