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di Luca Cifoni

Caffè e marmellate, gli alimentari anti-crisi che ci consolano

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Venerdì 13 Giugno 2014, 23:07
Una volta i prodotti alimentari erano considerati "anticiclici", cioè più o meno immuni dagli alti e (soprattutto) bassi del ciclo economico. Chiaro il presupposto: comunque vadano le cose, la gente dovrà sempre mangiare e bere, come anche prendere e medicine e così via. Gli ultimi anni di recessione in Italia ci hanno mostrato uno scenario un po' diverso, con un calo di questo tipo di consumi in parte connesso alla stagnazione dei redditi, dopo che però l'evoluzione della società aveva modificato anche le nostre abitudini (ad esempio quella di pranzare a casa). Proprio negli ultimi tempi ci sono però ci sono stati dei segnali interessanti, in controtendenza. Il particolare comparto che comprende prodotti che vanno dal caffè ai pelati, dagli integratori alimentari ai surgelati, fino alle marmellate alle minestre, ai the e alle tisane, ha fatto segnare nel 2013 una crescita in valore del 2 per cento contro, contro il -3,1 per cento dell'alimentare nel suo complesso). In tutto i miliardi di fatturato sono stati 14 per questa realtà che vale l'11 per cento dell'industria alimentare ed è rappresentata dall'Aiipa (Associazione italiana industrie prodotti alimentari). Proprio l'Aiipa ha evidenziato nei dati alcuni aspetti interessanti. Ci sono particolari consumi che hanno anche un contenuto di gratificazione, meccanismo che scatta anche in tempi di crisi. Il caffè ad esempio ha registrato un +2,5 per cento anche grazie alla spinta dell'export: tra i consumi interni il risultato delle capsule è stato +17,3 per cento. Oppure miele, confetture e marmellate, cresciuti di circa il 10: pare che dipenda da un certo ritorno della consuetudine di fare colazione a casa.
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