Lo squalo era stato visto nuotare in acque basse già la sera prima. Lungo due metri, doveva essersi spinto sottocosta per cacciare cefalopodi o piccoli pesci. Una scelta che però, complice la risacca, per poco non gli è costata la vita. Finito sul bagnasciuga, l'esemplare, uno squalo azzurro meglio noto con il nome di verdesca, non fosse stato per un passante, sarebbe certamente finito male. A dare l'allarme, segnalandolo al Corpo forestale, come riportato dal comunicato del Comune di Cabras, località della provincia di Oristano, che ha diffuso le immagini che pubblichiamo, un cittadino di Cabras, Pippo Mereu che lo aveva notato dimenarsi inutilmente.
Da lì, il provvidenziale intervento degli agenti della stazione forestale di Oristano che, insieme a due ricercatori del CNR e ad un team dell'Area Marina Protetta Penisola del Sinis Isola Mal di Ventre, che ha significato il ritorno del predatore, stremato ma ancora vigile, in mare. "L'operazione, è stato sottolineato dalle autorità locali, è stata gestita in maniera analoga a quelle generalmente condotte dalla Rete regionale della Sardegna per la salvaguardia di tartarughe marine e cetacei". Contrariamente a quanto comunemente si possa pensare, talune specie di squali, come la verdesca (Prionace glauca) approfittano della scarsa presenza antropica per avvicinarsi a riva per cacciare o, come già osservato più volte anche in Mediterraneo, per partorire. La verdesca, così come molte altre specie di squali, seppur non ancora in pericolo di estinzione, è fortemente minacciata. La pesca, commerciale e sportiva, tra le cause della sua preoccupante diminuzione in tutti i mari.
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