Roma, ritrovato Picchio rosso tramortito per terra. E' il secondo nel ricovero della Lipu di Villa Borghese

Con quella macchietta rossa sulla testa diventerà una star per i più piccoli come il cartone animato Picchiarello

Il picchio rosso ricoverato a alla Lipu di Villa Borghese
di Raffaele Marra
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Domenica 6 Agosto 2023, 08:46 - Ultimo aggiornamento: 8 Agosto, 07:59

Diventerà senz’altro la star dei più piccoli “il secondo” Picchio rosso ricoverato al Centro Recupero Fauna Selvatica LIPU di Roma proprio come il cartone animato Picchio Picchio Picchiarello. L’esemplare che vedete (fotografato da Irene Alison) proviene da Roma, a conferma dell’ampia diffusione della specie anche in ambienti fortemente urbanizzati, ha avuto un piccolo incidente probabilmente dovuto ad una vetrata riflettente che l’ha lasciato tramortito in strada. Fortunatamente, il trauma cranico si sta risolvendo per il meglio, e a breve potrà ritrovare la libertà. Ha ancora molto da imparare, sia per affinare le sofisticate tecniche di caccia che per comunicare con i suoi simili, ma avrà modo di far pratica in natura, dove ritornerà molto presto. «Guardate bene. Vedete quella macchietta rossa sulla testa? Questo segno ci indica che l’esemplare di picchio rosso maggiore è un giovane. Quando crescerà, il rosso si sposterà dietro la nuca se maschio, oppure scomparirà se femmina - specifica Francesca Francesca Manzìa responsabile del Centro Lipu di Villa borghese - Tra i picchi, questa specie è tra le più adattabili: può colonizzare indifferentemente boschi, campagne alberate o parchi urbani, infatti a Roma è molto facile, per i più attenti, sia vederlo che sentirlo.

Se prestate bene ascolto, potreste sentire non solo il suo verso, ma anche il tipico e insistente tamburellare del suo forte becco sulla corteccia degli alberi. Questa particolare attività, tipica dei picchi, possibile solo per un particolare adattamento anatomico simile ad un ammortizzatore, ha diverse funzioni, Innanzitutto, gli serve per nutrirsi: il picchio individua gli insetti e le larve che vivono sotto la corteccia degli alberi dal rumore che emettono mentre rodono il legno e, grazie al robusto becco, è in grado di bucare molto velocemente la superficie e catturare l’insetto con la lingua lunghissima e retrattile. Altra fondamentale funzione riguarda la costruzione della tana dove nidificare, una cavità collocata a circa dieci metri di altezza all’interno di tronchi robusti di alberi vivi o morti. Infine, c’è un’ultima, importante funzione: la comunicazione. Tamburellando, i picchi si tengono in contatto, delimitano i territori e si corteggiano, un po' come facevano alcuni popoli indigeni delle Americhe forse ispirandosi proprio ai picchi selvatici».

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