Uccide la madre con 34 coltellate. «Lei mi ha aggredito». La Procura chiede il processo

Uccide la madre con 34 coltellate. «Lei mi ha aggredito». La Procura chiede il processo
di Alfredo d'Alessandro
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Giovedì 3 Agosto 2023, 08:01

Uccise la madre con 34 coltellate: per Cristiano De Vincentiis, 51 anni, il pm di Chieti Giancarlo Ciani ha chiesto il rinvio a giudizio con l'accusa di omicidio volontario aggravato: il 6 settembre udienza preliminare dinanzi al gup Andrea Di Berardino. La difesa, con l'avvocato Gianluca Totani, punta su una consulenza di parte per accertare la capacità di intendere e volere dell'uomo al momento del fatto perché era sotto l'effetto di sonniferi.

Il fatto si verificò in un'abitazione del centro di Bucchianico, presa in affitto, che il 51enne, oggi in carcere a Teramo, divideva con la madre Paola (i due hanno lo stesso cognome) e con un'altra familiare: era il mattino del 19 ottobre del 2022. L'accusa ricostruisce i fatti nell'imputazione. Cristiano De Vincentiis sta dormendo nella sua camera da letto quando la madre, entrata nella stanza, lo colpisce alla testa con la punta di uno schiaccianoci, e al petto con un coltello da cucina dotato di una lama di venti centimetri procurandogli una lesione lacero contusa di 5 centimetri. L'uomo si alza dal letto, recita sempre l'accusa, e dopo aver intrapreso una colluttazione con la madre, ferendosi alla mano destra per sfilarle il coltello, in luogo di difendersi, neutralizzandola e potendosi anche allontanare dall'abitazione per chiedere aiuto, con quello stesso coltello la colpisce per ben 34 volte in plurime parti del corpo fra cui le regioni occipitale, cervicale, paravertebrale, dorsale, lombare, sottomandibolare, sottoclaveare, ascellare e altre parti del corpo.

In tal modo, per l'accusa, cagionava volutamente la morte della madre.

La difesa punterà molto sul fatto che De Vincentiis fosse sotto l'effetto di sonniferi e sia stato bruscamente svegliato dall'aggressione della madre. Di qui la consulenza: «Dobbiamo riuscire a valutare quanto tecnicamente fosse possibile per una persona che si trovava nello stato di De Vincentis - dice l'avvocato Totani - rendersi conto di dove come quando finiva la sua difesa legittima e si andava in un altro terreno come quello dello dell'eccesso di legittima difesa se non addirittura come pensa la Procura dell'omicidio».

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