Alba Adriatica, turista salvato in spiaggia. La figlia: «Papà sta meglio, voglio ringraziare i soccorritori»

L'uomo, 74 anni, l'altro ieri, intorno alle 11, ha rischiato di morire sotto l'ombrellone per arresto cardiaco

Turista salvato in spiaggia, la figlia: «Papà sta meglio, voglio ringraziare i soccorritori»
di Bernardo D'Eugenio
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mercoledì 17 luglio 2024, 06:05

Il peggio sembra essere passato, per il turista romano Marcello S., 74 anni, che l'altro ieri, intorno alle 11, ha rischiato di morire sotto l'ombrellone per arresto cardiaco. A confermarlo i familiari dell'uomo che vengono in vacanza nella loro casa estiva ad Alba, da molti anni. «Adesso - dice la figlia Guya - possiamo tirare un respiro di sollievo. Papà è ancora in terapia intensiva all'ospedale di Teramo, ma è cosciente e vigile. Speriamo in un buon decorso e che presto torni in salute. In quel momento io non ero presente in spiaggia, ma mia madre ed altri amici mi hanno riferito tutto. Voglio ancora dire tante grazie a tutti coloro che si sono adoperati per salvare la vita a mio padre, ad iniziare dal gestore dello stabilimento balneare, Sandro Zivelli, che ha il defibrillatore all'interno della struttura, al bagnino Fabio Rastelli che ha subito capito la gravità del caso allertando i soccorsi e, soprattutto, ai due infermieri accorsi nei primi minuti del grave malore. Senza di loro papà sarebbe morto».

Il caso ha voluto che nella vicina spiaggia libera ci fossero due infermieri: una donna che lavora nel reparto di cardiologia nell'ospedale di Sant’Omero e un collega in servizio nel reparto di medicina nucleare dell'ospedale di Terni, Giancarlo Ruffinelli, 61 anni. Quest'ultimo, che passa i fine settimana e le ferie nella località balneare abruzzese, con l'aiuto dell'infermiera, è stato fondamentale nell'iniziale fase del massaggio cardiaco, perché nella borsa aveva anche cannula e mascherina. «Sono diversi anni - racconta Ruffinelli - che vado in spiaggia con questa piccola, ma importante attrezzatura, dato che in ogni stagione estiva ho visto accadere vari e simili episodi.

Ribadisco però che il nostro intervento sarebbe stato vano se non ci fosse stato il defibrillatore a portata di mano, da utilizzare entro i primi minuti. L'uomo sarebbe morto - osserva l'infermiere ternano - anche con mascherina, cannula e ripetuti massaggi, il viso era diventato di colore nero. Gli stabilimenti balneari - conclude Ruffinelli - dovrebbero essere cardioprotetti, considerata l'alta frequenza degli arresti cardiaci, in spiaggia». Ad essere contento di aver contribuito, in modo determinante, a salvare la vita a Marcello è anche il gestore del lido balneare "Al Faro".

«Spero non serva mai più - afferma Sandro Zivelli - ma ho già riposizionato il defibrillatore al suo posto, sostituendo le piastre usate con quelle nuove». Il malore accaduto al turista romano è stato un caso di estrema emergenza, con interventi da effettuare in pochi minuti, risolto grazie alla presenza del defibrillatore nello chalet balneare. Un problema, è stato evidenziato, che non può essere risolto dai pochi defibrillatori da cercare sul lungomare, a distanza tra loro, poco visibili e all'interno di cassette protette con il vetro, da rompere.

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