Dipendente positiva, chiusa pizzeria. Multati 11 giovani senza mascherina

Dipendente positiva, chiusa pizzeria. Multati 11 giovani senza mascherina
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Venerdì 16 Ottobre 2020, 09:06

Dopo il bar Saten chiude anche la pizzeria “O’Sarracino” di Teramo perché una dipendente è risultata positiva al tampone. Una scelta, come rimarca Luigi Borriello, titolare della nota pizzeria di via Paris, presa a tutela dei dipendenti e dei clienti.  «In questi giorni verrà effettuata una nuova e approfondita sanificazione dei locali», rimarca il proprietario con una nota, che ha scelto la via della trasparenza e della comunicazione per spiegare il perché della temporanea chiusura del suo locale, frequentatissimo dai teramani.


Intanto ieri mattina l’annunciata stretta sui controlli da parte delle forze dell’ordine è stata messa in atto e ha dato i suoi frutti: sono stati multati 11 ragazzi, di cui 9 minorenni, per il mancato uso della mascherina.

Gli agenti in borghese li hanno colti sul fatto, sperando, in questo modo, di riuscire a punire la mancata osservanza delle disposizioni e, al tempo stesso, di educare anche i giovanissimi all’uso dei dispositivi di sicurezza. I giovani sono tornati a casa con verbali da 400 euro. Se pagheranno entro cinque giorni, la spesa per le famiglie scenderà a 280 euro. Finora nessuna multa è stata comminata, invece, ai genitori, che spesso creano assembramenti in prossimità delle scuole. Al momento il sindaco Gianguido D’Alberto si è solo limitato a ricordare pubblicamente che i raggruppamenti sono vietati dalla normativa e che possono essere i causa di intralcio all’entrata e all’uscita dagli edifici scolastici, oltre a rappresentare un potenziale pericolo sanitario e a scoraggiare quindi questi comportamenti.

Intanto da parte della minoranza piovono critiche in merito agli assembramenti che ancora si verificano in città e che sono stati spesso segnati con foto e proteste dei diretti interessati e dalla minoranza in consiglio comune. «Il sindaco Gianguido D’Alberto – afferma il consigliere Mario Cozzi – è bravo a dare consigli alla Asl e alla Regione, ma poi, come è avvenuto nel caso dell’Anagrafe, ma anche del Sociale e del Protocollo, ha consentito file ed assembramenti anche al di fuori degli uffici pubblici comunali, scatenando le proteste dei cittadini. Prima di guardare in casa di altri, insomma, è bene vedere cosa succede in casa propria e fare il possibile per evitare queste situazioni». 

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