Gran Sasso, strade bloccate dal legname:
via libera alla pulitura dopo due mesi

Gran Sasso, strade bloccate dal legname: via libera alla pulitura dopo due mesi
di Stefano Dascoli
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Giovedì 30 Marzo 2017, 14:23
L'AQUILA - Ci sono voluti oltre due mesi, ma alla fine una soluzione si è trovata. Le strade che conducono a Montecristo e a San Pietro della Jenca, bloccate dal legname e dei detriti scivolati a valle a cause delle valanghe indotte dal sisma il 18 gennaio scorso, saranno presto pulite. Verrebbe da chiedersi perché per convocare un vertice operativo su un tema così delicato, ma se vogliamo anche banale, si sia atteso così tanto tempo, lasciando gli operatori economici in piena emergenza e con enormi, gravi, ulteriori difficoltà. E così ieri, in Comune, si sono riunite le parti in causa. Non è stato un vertice agevole perché si è partiti dalla posizione della Provincia, ovvero dal nodo principale del problema: l'ente ha considerato sin dal primo momento il legnatico come un rifiuto solido urbano e, pertanto, da smaltire con procedure apposite, piuttosto stringenti. Compreso il conferimento in discarica. Questo ha di fatto paralizzato la situazione per oltre cento giorni, con tanto di cartelli minacciosi apposti sulle strade per vietare pulizie da parte di terzi o il raccolto del legnatico.
Il sindaco Massimo Cialente ha ovviamente confutato con forza questa tesi. Sostenendo, ad esempio, che la sua sussistenza avrebbe generato evidenti paradossi (la Provincia avrebbe dovuto pagare la Tari su strade di sua competenza). E così, alla fine, non senza qualche tensione, si è convenuto per una soluzione di buon senso: gli Usi civici si occuperanno della raccolta del legnatico, l'Asm provvederà a una ulteriore pulizia, la Provincia verificherà la tenuta del manto stradale e la presenza di eventuali danneggiamenti. In questo modo in tempi piuttosto rapidi le strade dovrebbero tornare libere. Si chiuderà, così, una vicenda davvero kafkiana: si è impedito l'accesso turistico a Montecristo, uno dei luoghi più amati del Gran Sasso; c'è chi ha perso commesse importanti in una stagione invernale già pesantemente segnata dai disservizi (basti pensare alla chiusura della stazione per la rottura delle Fontari); si è chiuso l'accesso a un luogo simbolo, il santuario della Jenca, fino alla vigilia dell'anniversario della morte di papa Giovanni Paolo II. Hanno evidentemente sortito effetto anche le proteste di Jemo Nnanzi (flash mob) e operatori economici della zona.

LA TENSIONE
In più c'è da segnalare un'ulteriore tensione. Ieri è stato impedito l'accesso alla riunione a Pasquale Corriere, deus ex machina della Jenca. Questo, ovviamente, ha provocato la sua reazione sdegnata e un piccolo battibecco con l'assessore Maurizio Capri. In ogni caso Corriere ha poi diffuso una nota di apprezzamento per la risoluzione del problema: «Meglio tardi che mai! Dopo le numerose sollecitazioni da parte di Pasquale Corriere, presidente dell'associazione San Pietro della Ienca, si è tenuta la riunione per la rimozione dei detriti dovuti alla slavina che ha interrotto la percorribilità della strada provinciale del Vasto, che collega la statale 17 bis alla statale 80 verso il valico delle Capannelle, che porta al Santuario della Ienca. Spiacevole che sia stata impedita la partecipazione alla riunione di chi ha sollecitato la risoluzione del problema».

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