Sesso tra professoressa e alunna, la ragazza: «Il sesso, poi lei mi chiese di cancellare tutte le chat. È stata come una mamma, non un'amante»

I pm: «Ragazza consenziente, ma la docente ha abusato del suo potere su una minore»

Sesso tra professoressa e alunna, la ragazza: «Il sesso, poi lei mi chiese di cancellare tutte le chat. È stata come una mamma, non un'amante»
di Giovanni Sgardi
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Sabato 13 Aprile 2024, 23:41 - Ultimo aggiornamento: 15 Aprile, 00:00

«Una mamma, non un’amante». Questo era, per la studentessa di 14 anni, la prof di fisica con cui ha avuto una relazione. Un rapporto disallineato: la minore in difficoltà di crescita, confusa, affascinata e al tempo stesso intimorita dalla docente. La donna, 55 anni, volitiva, forte della sua autorità, capace di insinuarsi nelle criticità sentimentali della ragazzina.

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Per questo la Procura di Pescara ha formulato il reato di atti sessuali, sospendendo per un anno l’insegnante, in servizio in un istituto superiore del capoluogo adriatico. Istituto dove la preside non vuol commentare la vicenda: «Aspettiamo che la giustizia faccia il suo corso». Mentre la prof si è avvalsa della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia.

LA SPIEGAZIONE
No, non era - e non poteva essere - una liaison alla pari. Lo spiega chiaramente la ragazzina in apertura del verbale agli atti dell’inchiesta: «La professoressa mi piaceva tanto come persona, ma nel senso che la vedevo come punto di riferimento. Nel senso di amicizia, non era mia intenzione fare altro insomma». Ma la professoressa fa pressing, scrive alla minore «raccontandomi pure i fatti suoi». La studentessa capisce che quelli sono “atteggiamenti un po’ particolari”, come chiamarla “piccola”, “amore”, “tesoro”. «Evidentemente - ho pensato - per lei sono come una figlia e ci sta che una mamma ti chiami così». Ma non era senso materno. Infatti, la prof alza il tiro e incalza “sei bona”. «Pensavo che fosse per ridere - si legge ancora nell’atto giudiziario -. E pure io glielo dicevo, anche perché lei è davvero una bella donna».

 

Dalle parole della 14enne, sottolinea il magistrato nel provvedimento di sospensione: «Si evincono anche la confusione e le incertezze che tale condotte suscitavano in lei». «Ovviamente - mette a verbale la ragazzina - io manco potevo andarle a chiedere: “ma tu mica ci stai provando con me” perché è veramente imbarazzante come cosa». Tra equivoci, sotterfugi, doppi sensi, avance, nasce un rapporto fatto inizialmente di abbracci, carezze, baci più o meno casti. A San Valentino la docente regala all’allieva un profumo costoso, a Natale un paio di calze morbide. La studentessa ricambia con un paio di braccialetti. Nell’aprile del 2023 le due fanno sesso in casa dell’insegnante. Nella relazione, l’adulta si comporta come adolescente innamorata: «Quanto ti voglio bene - le scrive su whatsapp - quanto sei bella, ti sta bene quella maglietta». Messaggi spediti anche alle 4 di notte.


Tra liti e scenate di gelosia della donna, la passione lascia ben presto il posto a una gelata sentimentale. La minore racconta di aver iniziato ad andare dalla psicologa (che poi denuncerà la prof) per via dello stress con lo studio, ma anche per quello che le stava capitando. In una seduta accenna al rapporto con l’insegnante che, dopo esserne venuta a conoscenza, le chiede di cancellare tutte le chat in cui si accenna alla loro relazione. «Fai qualunque cosa - suggerisce la docente - purché mi tieni al sicuro». Quando si incontrano nuovamente, l’indagata tenta di abbracciare la ragazzina che replica, lapidaria: «Però le mani, per favore, tienile a posto».

VERBALE
E’ vero, non c’è mai stata violenza da parte della prof. «La studentessa dice - recita il verbale - di non averla sentita come una molestia e ritiene di essere stata consenziente».

Ma per il giudice Francesco Marino, che ha firmato l’atto di sospensione, questo ha poca importanza: «Per la configurazione del reato non è necessaria l’adozione di condotte costrittive o induttive, peraltro escluse dalla narrazione della ragazza, essendo sufficiente il mero compimento di atti sessuali con persona infrasedicenne da parte di chi si trovi in una situazione personale caratterizzata da una posizione di “potere” nei confronti del minore».

E ancora: «Per la configurazione del reato in questo caso appare rilevante il titolo dell’affidamento del minore, che determina l’instaurazione di un rapporto fiduciario che pone l’agente in una condizione di preminenza e di autorevolezza idonea a indurre il minore a prestare il consenso agli atti sessuali».Titoli di coda. Negli atti d’indagine, si scopre che la prof ha rischiato addirittura gli arresti domiciliari, chiesti dalla Procura, ma il giudice ha preferito non infierire. A scuola c’è stata una levata di scudi in difesa della insegnante che gode della stima incondizionata dei colleghi. Viene descritta come una docente preparata, scrupolosa, discreta, in ottimi rapporti con il personale dell’istituto ed amata dagli studenti per i modi pacati e la sensibilità. La ragazzina, vittima degli abusi, si è invece trasferita per studiare altrove. Potrebbe essere risentita a breve per focalizzare alcuni particolari del suo racconto.

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