Molestie seriali ai vicini del quartiere: 10 mesi. «Ha chiesto scusa e ora tornerà»

Molestie seriali ai vicini del quartiere: 10 mesi. «Ha chiesto scusa e ora tornerà»
di Alessandro Ricci
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Venerdì 3 Febbraio 2023, 10:21 - Ultimo aggiornamento: 10:22

Riconosciuto il comportamento molesto seriale, con condanna a dieci mesi. Ma con lo sconto di pena per rito abbreviato, l’uomo che fra maggio e agosto 2022 si è reso protagonista di aggressioni verbali e fisiche nella zona del quartiere San Giuseppe, a Pescara, può tornare a casa. «Praticamente ce lo ritroviamo di nuovo qui» commentano dalla zona i residenti che per lungo tempo hanno dovuto addirittura evitare di passare sotto la sua finestra: la dirimpettaia è finita in ospedale in seguito di una sua aggressione e una donna dopo le minacce si è dovuta allontanare dall’abitazione. «Secondo me non cambierà atteggiamento questo soggetto» si legge nel gruppo Facebook di quartiere. Trasferitosi nel quartiere da fuori città, il sessantenne R.R. ora dovrà frequentare corsi di gestione della rabbia e anti violenza.

Una storia che ha visto diversi abitanti della zona coalizzati contro gli atti violenti ripetuti nel tempo, in particolare tre donne - contro le quali l’uomo ha messo in atto azioni di stalking fino ad arrivare alla violenza fisica - che si sono fatte forza e hanno portato avanti la battaglia, tanto da vedere i loro esposti presi in carico dal Gav-Gruppo antiviolenza della procura di Pescara. «Il fatto che ci sia stata una condanna vuol dire che la situazione era seria. È stato riconosciuto il suo comportamento molesto - commenta Stefano Sassano, avvocato di una delle tre donne -. L’uomo ha goduto dello sconto di pena previsto per il rito abbreviato, in aula si è scusato per il suo comportamento e ha fatto offerte risarcitorie con assegni circolari alle persone offese, trattenuti come acconto sul danno.

Sarà necessaria un’azione civile per valutare il danno subito dalle persone offese. C’è da augurarsi che seguano i fatti, considerando che l’uomo non ha misure o ostacoli». Le tre donne ieri erano presenti in udienza ma non alla lettura del dispositivo.

L’uomo aveva occupato lo spazio di fronte al balcone di casa, al piano terra, con una fila di biciclette che peraltro dopo tutto questo tempo sono ancora lì. Era solito inveire contro chi passasse troppo vicino o addirittura osasse legare una bici al palo dall’altro lato di casa sua, fino ad arrivare a girare in zona, anche a torso nudo, con in mano un falcetto, scopa o rastrello. Più volte i carabinieri sono intervenuti, allertati dai residenti. «Questa storia non è l’unico problema del quartiere - commentano i residenti -. La vicenda ha accresciuto il senso di isolamento e il rischio di marginalità. Ora ci stiamo organizzando con un’associazione per promuovere iniziative nel quartiere e torniamo a chiedere al sindaco un incontro per segnalare i problemi della zona».
 

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