Stickers offensivi con foto rubate da Fb per colpire ragazzina: tre coetanei ammoniti per cyberbullismo

Stickers offensivi con foto rubate da Fb per colpire ragazzina: tre coetanei ammoniti dal questore per cyberbullismo
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Sabato 15 Maggio 2021, 13:07 - Ultimo aggiornamento: 13:10

Attaccano con stickers offesivi una quindicenne: tre coetanei ammoniti per cyberbullismo. A denunciare il "furto" di foto dal profilo della figlia minore e gli atti di bullismo in chat, è stato il padre. Così ill 10 maggio, a seguito della segnalazione del  genitore e al termine dell'indagine, il questore di Pescara ha emesso, per la prima volta dall’entrata in vigore della legge 71 del 2017,  tre provvedimenti di ammonimento per cyberbullismo nei confronti di altrettanti ragazzi. I tre coetanei tra i 15 e i 16 anni avevano ideato e condiviso attraverso alcune chat, stickers dal contenuto altamente offensivo e denigratorio nei confronti della quindicenne (frequentano tutti la stessa scuola di Pescara), realizzati anche scaricando dai profili social della ragazzina alcune foto e scattandone altre, a sua insaputa e senza il consenso dei genitori, necessario perché la figlia è minore. «I giovani, sempre nelle medesime chat, avevano in varie occasioni, espresso giudizi sulla studentessa che, valutati nel contesto in cui tutta la faccenda è maturata, miravano certamente ad isolarla minandone l’autostima e, di conseguenza, la serenità», dice una nota della polizia.

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«Il provvedimento si configura come una misura monitoria di “diritto mite”, con funzione deterrente, finalizzata a tutelare sia la vittima, evitando il perpetuarsi di condotte lesive della sua dignità personale, sia a preservare l’autore dei fatti, in ragione della minore età, da un eventuale processo penale, richiamando la sua riflessione ed attenzione sul disvalore sociale dei suoi comportamenti - spiega la nota della questiura - Un’attenzione particolare è stata rivolta alla fase della notifica che, per gli aspetti procedurali, per quanto compatibili, segue l’iter dell’ammonimento per atti persecutori».

Quando i giovani, convocati presso gli uffici della polizia, sono stati messi al corrente, alla presenza dei genitori, del provvedimento emesso nei loro confronti, gli agenti hanno cercato di far prendere loro coscienza della gravità di quanto posto, soprattutto in termini di sofferenza causata alla vittima, instaurando, con i ragazzi «un dialogo costruttivo e stimolando un momento di riflessione da approfondire successivamente sia in famiglia che a scuola».

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I ragazzi sono stati invitati a cancellare dal telefonino e da qualsiasi altra memoria le immagini ed i commenti denigratori e, soprattutto, a non ripetere tali condotte perché altrimenti potranno essere denunciati all’autorità qiudiziaria. Gli effetti dell’ammonimento cesseranno al compimento della maggiore età.

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