Marcinelle, 60 anni fa. Come i morti abruzzesi nell’armageddon minerario del Belgio, 26 solo di Manoppello. Il governatore D’Alfonso ha raccontato l’apocalisse nel buio al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ieri al Quirinale. Nella delegazione abruzzese ricevuta dal capo dello Stato c’erano anche i sindaci dei Comuni più colpiti dalla strage. E un signore anziano che era bimbetto, quell’8 agosto 1956, e vide la mamma aggrapparsi ai cancelli della miniera per sapere che ne era stato di suo marito. Solo urla, imprecazioni, rabbia. Perché allora eravamo noi i migranti, i carri ferroviari al posto dei barconi, il nemico da disprezzare e da cui guardarsi in casa.
Solo parecchi giorni dopo Nino Domenico Di Pietrantonio, quel signore che ieri ha parlato con il cuore in mano a Mattarella, seppe di essere diventato un orfano. Ora, come presidente dell’Associazione minatori vittime del Bois du Cazier, chiede giustizia per quelle bare vuote che sfregiano il conforto della pietas. Il capo dello Stato è apparso turbato, ha fatto domande, ha promesso di intervenire e ha assicurato la sua disponibilità a patrocinare la realizzazione di un luogo della memoria a Manoppello.
Ci metterà del suo anche il Belgio, nel lenire una ferita mai rimarginata del tutto, che sarà rappresentato dalla principessa Astrid, sorella del re Filippo, nelle celebrazioni per Marcinelle che si svolgeranno agli inizi di agosto in Abruzzo. Astrid, il primo agosto, sarà a Manoppello e a Pescara per la tre giorni di celebrazioni (il programma degli eventi è in fase di perfezionamento) in memoria delle vittime che diventa anche un sollecito per rafforzare sempre più la sicurezza sul lavoro. Poi, come promesso a D'Alfonso, in autunno potrebbe arrivare lo stesso Mattarella. «Perchè è giusto - ha detto il capo dello Stato - ricordare chi ha perso la vita per il lavoro, è necessario per capire quanto è costato arrivare alla condizione, notevolmente migliore anche se non perfetta, di oggi. In questo momento di disorientamento generale bisogna pensare anche a quegli emigranti che, privi di tutto, sapevano prendere l’iniziativa nelle condizioni più difficili: persone da cui prendere esempio».
Mezz'ora intensa, con Mattarella che si è intrattenuto con i rappresentanti istituzionali abruzzesi come con vecchi amici accomunati dal peso e dall'onore di conoscere i dettami della Storia. E allora è giusto ricordare chi c'era, nella delegazione, oltre a D'Alfonso e Di Pietrantonio: il sindaco di Farindola Ilario Lacchetta, di Lettomanoppello Giuseppe Esposito, di Manoppello Giorgio De Luca, di Roccascalegna Domenico Giangiordano, di Turrivalignani Luigi Canzano, il vicesindaco di Castel Del Monte Ivan Di Pompeo, il presidente della Saga Nicola Mattoscio.
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