La maestra Giuseppina Patriarca, vedova Di Gregorio, appena entrata nel 109esimo anno di vita, è la nuova decana d’Abruzzo. Glielo hanno comunicato ieri, anche se la notizia risale allo scorso 31 dicembre quando è mancata Angiolina Timperio a 108 anni e 83 giorni. La precedente nonnina regionale più longeva è morta a Caramanico Terme ed era nata a Sant’Eufemia a Maiella il 9 ottobre 1915, quasi un mese prima dell’insegnante aquilana nata, in realtà, a Montorio al Vomano il 6 novembre 1915, ma fin da bambina vissuta nel capoluogo abruzzese dove ha abitato fino al terremoto del 6 aprile del 2009: l’appartamento pesantemente lesionato l’ha vista trasferirsi a Sulmona dove una nipote le ha messo a disposizione un alloggio. Lei, però, si continua a sentire aquilana a tutti gli effetti: per 41 anni ha insegnato nella prestigiosa scuola elementare del Convitto nazionale dell'Aquila, nel cuore del centro storico.
Felicissima è quando un ex alunno o un aquilano la va a trovare: a tutti, nel congedarsi, raccomanda di portare un saluto alla sua città di cui parla in continuazione e, anzi, vuole essere aggiornata delle notizie che la riguardano. Viva gioia, ad esempio, ha manifestato quando, il 7 novembre scorso, il sindaco Pierluigi Biondi le ha fatto recapitare una lettera di auguri. Un buon compleanno che poi lei ha ricambiato con un video messaggio a dicembre quando il primo cittadino ha compiuto gli anni. Si, perché l’arzilla “Giusy”, aiutata dalla sua nonna sitter Bruna Fusco, è anche tecnologica.
Un video registrato a fianco all’altarino natalizio per il suo Bambinello di legno di Betlemme, benedetto da San padre Pio: lei, infatti, una figlia spirituale del frate di Pietrelcina che andava a trovare a San Giovanni Rotondo. Per effetto del nuovo primato occupa in Italia la 105.ma posizione tra i più longevi che, tra l’altro, all’ottavo posto annovera Cristina Paloscia, nata 111 anni fa a Ortona, ma ora residente a Firenze. «Porella mine, ma veramente, ma veramente, ma quante cose belle mi capitano!» è stato ieri il primo commento di nonna Giusy quando ha saputo di guardare anagraficamente la regione dal vertice.