Coronavirus: "Immuni", in Abruzzo niente alert: attesa per i dati sui download

Coronavirus: "Immuni", in Abruzzo niente alert: attesa per i dati sui download
di Stefano Dascoli
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Sabato 13 Giugno 2020, 07:30
L’AQUILA - Ci vorranno ancora alcuni giorni prima di avere i dati ufficiali su quante persone hanno scaricato l’app “Immuni”, per tracciare i contatti dei positivi al coronavirus, regione per regione. Lo ha comunicato il Ministero della Salute alla Regione, insieme ad alcune informazioni sulla campagna di comunicazione che sta per entrare ulteriormente nel vivo. L’Abruzzo è inserito tra le quattro regioni, insieme a Puglia, Liguria e Marche, in cui è stata avviata la sperimentazione. In questi primi giorni, dallo scorso 3 giugno (data di avvio del download nei territori-test) non sono stati ravvisati particolari problemi o disfunzioni.

D’altronde l’Abruzzo finora ha tenuto una curva del contagio ai minimi termini, con pochissimi casi giornalieri che non hanno prodotto ancora “alert”. Il tema di questi giorni, dunque, è capire quanto dovrà essere esteso il download affinché si possa arrivare a un funzionamento accettabile.

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Finora si è parlato di una percentuale di popolazione da coprire del 60 per cento della popolazione, ma gli ultimi modelli indicano che questa soglia potrà essere probabilmente abbassata al cospetto di una maggiore “qualità” della diffusione. Significa, per esempio, che “mappare” alcune fasce particolari della popolazione (come gli operatori sanitari) potrebbe comunque permettere di limitare di molto il contagio. Va ricordato che l’app, che si può scaricare su base volontaria, non viola la privacy. E’ stato accertato anche da Mobisec, azienda che dal 2017 certifica la cyber security in ambito mobile, che ha effettuato approfonditi test di sicurezza sull’app per verificarne l’affidabilità.
 


“Lavoriamo da anni per garantire la sicurezza delle applicazioni mobile delle principali aziende nei più disparati mercati, dal bancario all’assicurativo, dalla pubblica amministrazione ai digital payments alla telefonia, sia a livello nazionale che internazionale – dice Alberto Zannol, fondatore e Ceo di Mobisec. -  Un’expertise che ci ha consentito di essere chiamati da Bending Spoons in qualità di best in class per verificare la totale sicurezza di Immuni e sgombrare definitivamente il campo da qualsiasi timore legato alla privacy, che è garantita al 100%”. I test effettuati, attraverso procedure di hacking “white hat”, hanno consentito a Mobisec di analizzare l’architettura dell’app e il suo funzionamento una volta installata su dispositivo mobile, individuando quali potessero essere i punti deboli e di attacco su cui un hacker avrebbe potuto agire: sono così state isolate le possibili vulnerabilità dell’app e i rischi, come la mancanza di protezione durante la trasmissione, l'utilizzo, il processo e la conservazione delle informazioni: un percorso necessario a garantire un risultato ottimale circa la totale sicurezza dell’app.

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L’app richiede un solo dato “sensibile”, ovvero l’inserimento della propria Regione e provincia di appartenenza, necessità dettata unicamente dall’esistenza di regolamenti che territorialmente possono variare: gli utenti sono identificati da codici di prossimità generati casualmente e variabili più volte nel corso della giornata, il che rende possibile però individuare l’eventuale contatto, per prossimità, con un soggetto positivo. “Si tratta di un’app che per sicurezza è decisamente al di sopra della qualità che quotidianamente riscontriamo nel nostro lavoro – dice Zannol. – Per questo ritengo che si possa utilizzare in tutta tranquillità, partecipando al contempo a un più ampio progetto di tutela della salute collettiva”.
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